La punizione del romanzo

Filippo è un giovane ragazzo bello e dispettoso. Viene considerato da tutti ribelle perchè, dopo la terza guerra mondiale, tutti devono essere buoni con tutti. Insomma, una grandissima famiglia alla mulino bianco, dove ogni cosa va benissimo.... Da sclero! Come ovviamente dobbiamo aspettarci, il bel ragazzo è innamorato della ragazza che prende particolarmente di mira (inutilmente visto che lei non lo calcola), che ha una famiglia che reprime ogni sua mossa, in una casa dove viene scartato perchè "difettoso" e quindi poco degno di considerazione... insomma, un ragazzo che fondamentalmente non è cattivo ma viene comunque additato come tale, che non sta bene nell'epoca in cui vive, che vorrebbe di più. Fin qui, diciamo che è la classica descrizione di ogni adolescente in quasi tutti i libri. Cosa però, lo rende diverso? Dopo l'ennesimo scherzo, viene punito severamente. Viene mandato dentro un libro. Che punizione sarebbe, vi chiederete voi? Molti di noi vorrebbero avere tale privilegio ma ecco l'inghippo... Nessuno conosce il libro in cui verrà mandato e gli è severamente vietato modificare la storia. Come idea è perfetta, ci sono molti libri che possono far caso a questo scopo ma... proprio i Promessi Sposi dovevano decidere?! Gusti a parte, non mi è piaciuto molto come è stata svolta la punizione. Stereotipi a mille (lui è Don Rodrigo, il cattivo che tanto difendeva; per un pò sta al gioco e poi disubbidisce..), un finale da favola (va contro alle regole per l'ennesima volta ma viene salvato e graziato; i genitori capiscono di aver fatto degli errori e vogliono rimediare). Quantomeno ho apprezzato la scrittura scorrevole e i tanti dettagli che non appesantiscono la lettura. Potrebbe essere una lettura buona ma poteva anche dare molto di più.

La storia è ambientata nel 2041 e lo stratagemma permette all'autrice di posare un occhio divertito sulla nostra realtà quotidiana, dalla società alla politica, senza mai dimenticare il mondo dei libri (perfino la saga di Twilight non sfugge alla sua ironia). Ma ben presto la sua attenzione si concentra sull'universo scolastico, di cui si rivela profonda conoscitrice. Nelle aule la vita sembra scorrere a un ritmo molto simile a quello contemporaneo, se non fosse che un evento drammatico come la terza guerra mondiale ha lasciato un'eredità necessaria alla sopravvivenza della specie: la solidarietà. Quella che dovrebbe essere una conquista del genere umano viene invece imposta per legge e finisce per trasformare il protagonista, Filippo, un normalissimo sedicenne disimpegnato, in un criminale che necessita di una rieducazione coatta. Lo strumento atto a raggiungere lo scopo è quello che fornisce il titolo al libro: chi si macchia di egoismo viene costretto a entrare in un romanzo, senza possibilità di modificare nulla di quanto narrato dall'autore. Filippo sarà obbligato dunque a calarsi ne I Promessi Sposi, quanto mai odiati, e a indossare i panni di Don Rodrigo, ma ovviamente tradirà la consegna... E' nello stile, a mio parere, che il romanzo tocca l'apice: nonostante il libro trasudi cultura da ogni pagina, il tono si mantiene sempre leggero perché tutto è filtrato tramite lo sguardo di Filippo e la narrazione ci giunge attraverso le sue parole, a volte con effetti di comicità devastante (ho riso a crepapelle quando incontra l'Innominato e gli chiede l'autografo). Un romanzo che si legge in un sol fiato, estremamente godibile dall'incipit al finale.