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Anno edizione: 2016
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La settimana scorsa, appena ho terminato questo romanzo di 500 pagine, mi sono sentita subito orfana di un padre che ormai aveva adottato anche me, pur non sapendolo. Sto parlando di questa straordinaria e ironica creatura qual è Nemesio, un uomo che dopo una vita piena di tutto, di avvenimenti, di pericoli e di amori, decide di mettere al mondo un figlio che, pur chiamandosi come lui, diventerà il suo opposto. Il mio parere su questo romanzo è assolutamente positivo, perché far sorridere il lettore con una prosa ironica anche se davvero realistica, non significa non prendersi sul serio, ma solo puntare su una comunicazione diversa per arrivare a tutti.
Ne "Le cento vite di Nemesio" il Novecento non è solo il secolo che fa da sfondo alla Grande guerra, alla lotta partigiana, alla nascita delle avanguardie e alla costruzione e caduta del muro di Berlino, ma è l'epoca in cui è nato, cresciuto ed invecchiato Nemesio, un ragazzo del 99' che ha vissuto tutte le esperienze possibili in questo mondo ed anche quelle impossibili. Ma da un uomo che ha visto tutto, può nascere un uomo che non ha visto niente? La risposta è sì. Nemesio Junior o Nemo, come preferisce farsi chiamare, ha deciso di condurre una vita vuota e priva di ogni iniziativa e passione, probabilmente per far dispetto a quel padre così vecchio, quanto pieno di vita, che non lo ha mai capito. Ma si sa, tutto è imprevedibile e lo stato delle cose può cambiare all'improvviso: il giorno del suo centesimo compleanno Nemesio viene colpito da un attacco apoplettico e arriva in ospedale in fin di vita. Da quel momento in poi, Nemo inizierà a sognare ogni notte un pezzo della biografia di quel padre che prima non era mai stato interessato a conoscere. Ma sarà tutto frutto della sua fantasia e del suo inconscio o in fondo qualcosa di vero c'è? Nemo lo scoprirà ben presto. 500 pagine non bastano per parlare delle cento vite di Nemesio e dei 30 anni mal vissuti, o meglio non vissuti affatto, di suo figlio Nemo, ma Rossari ci riesce con una prosa ironica, ma tanto realistica da non annoiare mai.
Bel romanzo. Un poco mi sono riconosciuto e devo dire con una certa dose di nostalgia... grazie Rossari.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il Novecento ci soverchia. I nostri padri ci soggiogano. E anche la letteratura del secolo scorso ci va giù pesante.
Come si affronta l’insieme multiforme di fatti e ideologie, Movimenti di Movimenti, guerre mondiali, ecatombi, dittatori, artisti totali, antenati con tutta l’aria di essersi presi troppo sul serio? Non si affronta. Nemesio non ci pensa nemmeno.
“Sono nato da uno sperma vecchio” dice Nemesio a se stesso la mattina appena sveglio, prima di prendere il suo Ronzinante e recarsi sul posto di lavoro: il museo delle Avanguardie delle Avanguardie, a Milano. Questa vetustà spermatica pare che azzeri la sua energia e la sua voglia di vivere. Suo padre lo ha avuto quando era più che settantenne e lo ha battezzato con il suo stesso nome, Nemesio II, quasi per celebrare la sua ennesima prova creativa. Nemesio I è un grande artista e un uomo che ha percorso tutto il Novecento: due guerre mondiali, la Resistenza, il Fascismo, la nascita delle Avanguardie, il Comunismo, gli anni Sessanta, la Guerra fredda. Nemesio Senior non ha soltanto attraversato il secolo, lo ha dominato, da uomo e da artista.
Nemesio Jr invece non vuole saperne nulla delle gesta eroiche del padre, che frequenta il minimo indispensabile. Nemo - così ha deciso di farsi chiamare per distinguersi da cotanto padre - galleggia mollemente nel brodo informe della sua inutilità. Si fa attraversare dalla vita e dagli eventi. Contempla, seduto di fronte ai quadri dei suoi artisti preferiti, i vuotisti, il nulla che oscilla lentamente intorno a lui.
Finché un giorno, al compimento dei cento anni, il vecchio viene quasi stroncato da un ictus e finisce in ospedale. Nonostante la veneranda età rimane attaccato alla vita con tutte le sue forze, e Nemo non può fare altro che correre al suo capezzale. L’incontro di queste due figure tanto diverse eppure con lo stesso sangue - il vuoto e il pieno, l’apatia e l’entropia, il sonno e la veglia - avrà sicuramente smosso qualche passaggio spazio-temporale, creato una strana faglia del sistema, perché da quella notte in poi, tutte le notti, il giovane Nemo inizia a sognare la vita di suo padre, di cui per altro non sa quasi niente.
I primi anni dell’infanzia presso la casa paterna (un’infanzia popolata di medium, Sibille e Lombrosi), la giovinezza bohémien a Parigi, la prima guerra mondiale, l’amore con Lotte e la nascita del suo primo figlio e poi la Milano delle avanguardie, il Nazismo, la Resistenza e l’età dell’oro. Ogni notte Nemo piomba nei panni di suo padre e ogni volta al risveglio gli resta per le mani un oggetto, un sapore, la sensazione di aver effettivamente vissuto un’altra vita. Anzi altre cento vite.
La versione allucinata di Nemo, l’onironauta che viaggia nel tempo, il crononauta che percorre in lungo e in largo tutto il secolo, è quanto di più spassoso possiamo trovare in questi giorni in libreria. L’autore, candidato al Premio Strega, già famoso come traduttore (Charles Dickens, Dave Eggers, Mark Twain, Percival Everett) e vivace animatore dei dibattiti letterari sulle più importanti riviste di settore, scrive il romanzo che ogni autore sogna di scrivere. Una storia generazionale che percorre un secolo intero e, alla fine di in un viaggio stralunato, ci restituisce tutto quello che il secolo non ha voluto lasciarci dimenticare.
Per farlo Marco Rossari utilizza una grandiosa metafora, un espediente narrativo originale e l’ironia di cui è maestro (nel senso che l’autore tiene dei seminari di scrittura umoristica). Con una battuta, ma anche con un gioco di parole, un’associazione libera, una citazione colta e tutti gli artifici stilistici del caso, affrontiamo con leggerezza il peso di un secolo che lentamente e inesorabilmente si sta sgonfiando sotto i nostri occhi.
Recensione di Annalisa Veraldi
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