Una bambina e basta

Il racconto drammatico reso da una bambina e basta. La semplicità e l ingenuità di una bambina che affronta uno dei periodi più drammatici che la storia ci ha consegnato. Come cambia la vita di una bambina, di una famiglia a seguito delle leggi razziali in Italia e la persecuzione tedesca degli ebrei. Un libro semplice dall intensità profonda

Come suggerisce il titolo, la protagonista è semplicemente una bambina quando hanno luogo le leggi razziali e la situazione inizia sempre più ad aggravarsi col tempo. Com'è che una bambina ebrea vive "l'onta" di essere ebrea, in un momento storico in cui pare essere diventato una colpa esserlo? Si vivono perciò domande infantili, discorsi fatti dagli adulti che vogliono addolcire la situazione, privazioni che sembrano dispetti, ma anche crisi esistenziali e religiose. La famiglia si stringe attorno alle due bambine, le sorelline, le piccole di casa, che si vedono private prima della radio, poi della tata, ancora della piazzetta dove giocavano e infine anche della loro casa, della zia, degli affetti e dei ritmi di vita ai quali erano state abituate. Trovo che la lettura possa essere adatta anche ai più piccoli in quanto il dramma vero e proprio lo si vive solo con la consapevolezza che può avere un adulto che ha già approfondito gli argomenti, perchè le deportazioni e tutto ciò che gira attorno alla guerra viene percepito in lontananza, ovattato.

La vita di una bambina al tempo della seconda guerra mondiale costretta a fare i conti con le leggi antisemitiche, le discriminazioni e l’odio verso i diversi. Tanti i “perché?” che Lia non riesce a comprendere, spostata da una città all’altra, per finire in un convento un po’ isolata dal mondo. Il racconto della madre disposta a tutto pur di proteggere i figli, della tata Maria che viene mandata via e poi torna, della migliore amica che sparisce… Intenso, emozionante, vero. Da leggere!