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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2019
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Moltissimi di noi leggono con in sottofondo una musica o suoni rilassanti, qui invece i suoni imprimono il ritmo alla narrativa, e la colorano di tonalità diverse di volta in volta. Interessante esperimento, secondo il mio modesto parere però non riuscito del tutto.
Un voto che va in direzione opposta ai precedenti. Non mi è piaciuto. Mi rendo conto però che non basta dirlo così. La diffidenza è partita dal titolo, una sensazione troppo superficiale che ho accantonato per passare all'ascolto e alla lettura. Nulla da eccepire sul cd, solo l'Ave Verum vale l'acquisto. Ma la storia, se storia si può dire, l'ho trovata faticosa, la forma epistolare in qualche modo l'ho sentita artificiale. Non ho provato il coinvolgimento che invece sperava di provocare in me la persona che me l'ha regalato.
schmitt è poco conosciuto da noi; un suo lavoro teatrale stupendo fu trasmesso anni fa (il visitatore, con rossi stuart e turi ferro) ma non pubblicato; scrive cose semplici tanto da colpire un bimbo o complesse abbastanza da inquietare un adulto; questo libro è atipico: ci conduce a seguire passo passo l'evoluzione di un'anima; certo non c'è tutta la musica e neppure tutto mozart; è in realtà la vicenda di un incontro, con conseguenze indelebili; ci parla di quanto la bellezza intuita dal genio e offerta a noi, che in fondo siamo fatti della stessa pasta, possa sanare le ferite rivelando quanto da noi atteso in una personale e unica amicizia; vien voglia di ascoltare anche il resto: il requiem, poi beethoven, bach, via via di continente in arcipelago, facendoci prendere per mano dai giganti sulle cui spalle vale la pena inerpicarsi
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