Inverno inferno

Tre i punti di forza di questo esordio, finalista al Calvino. L'intreccio. Ritmato al punto giusto, non annoia mai, i personaggi ruotano come se danzassero in una balera romagnola degli anni Sessanta. La poesia. Di alcune pagine oniriche e visionarie, in cui la musica è espansa nelle pagine, suona, vive. L'umorismo. Perché spesso nelle nostre tragedie italiane, quotidiane e nazionali, piccole o grandi che siano, ci siamo dimenticati di ridere di noi stessi, di farci una bella, grassa risata. Godibilissimo, veloce ma profondo.

E' un romanzo che con piglio picaresco ci parla di una generazione difficile,quella dei trentenni, impantanata a metà guado in una società degradata dal conformismo consumistico e resa squallida dalla crisi che avanza.La vicenda, ambientata in una cittadina di provincia della bassa padana, narra le "gesta" di 3 amici legatissimi fin dagli anni della comune adolescenza, ma diversissimi tra loro:il Pornobiffi, già allergico agli studi, mago del lavoro manuale, un guascone impavido amante dei piaceri materiali, incline alle soluzioni spicce e concrete;poi il bello e tenebroso Oltretomba, operaio turnista frustrato, diviso tra la caccia al colpo di genio che gli garantirà l'ascesa sociale, e la vocazione sempre attiva di tombeur de femmes. Vestito e atteggiato come un eroe di Oscar Wilde,alterna il linguaggio da taverna(con gli amici)alle compiaciute elucubrazioni parafilosofiche che dovrebbero agevolarlo come seduttore. C'è infine Pazzaglia, detto Pisquazza, l'"intellettuale" della triade, che però pare rinnegare ogni attribuzione di merito culturale.L'unica sua passione, la musica. Alla musica dedica ogni energia, ogni sforzo e aspirazione.Dalla musica nasceranno situazioni surreali e vicende paradossali che infliggeranno anche a lui la spettante parte di colpi del destino.La trama riserva colpi di scena e un accavallarsi di vicende imprevedibili assemblate da un avvincente montaggio narrativo.Ma ciò che rende originale e piacevolissimo questo romanzo è lo stretto intreccio di ironia e umorismo da una parte,e densità culturale dall'altra.Esemplare a questo proposito il capitolo costruito attorno all'ineffabile cialtronesco "Uomo- festival".La forza comica che rende diverse pagine esilaranti,emana una carica dissacrante sostanziata da finezza intellettuale e approfondimento culturale mai esibiti, ma occultati dentro un linguaggio nitido e immediato,di straordinaria capacità di presa,dall'incipit folgorante,all'epilogo che riapre il ciclo,un po' tenero,un po'beffardo...