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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2013
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Sto cominciando a leggere il libro di Donati appena adesso. Intanto, però posso dire queste brevi considerazioni. Sin dalle prime pagine si legge come se fosse un romanzo, tanti sono i colpi di scena che l'autore propone e tante sono le situazioni di intrigo e di imbroglio che vi vengono raccontate. Alessandro Donati è stato un "puro" e non ha mai esitato tra lo scegliere la via dello sport pulito e quella fatta di scorciatoie per ottenere il risultato: inteso come "medaglia" e "posto sul podio", mai come piazzamento dignitoso. Donati che è stato anche a scuola dell'allenatore di Mennea ha sempre impresso questo sigillo al suo stile di allenatore: mai i mezzi innaturali, saldi princpi morali e, soprattutto, assoluta sincerità con i suoi atleti. Il suo racconto si sviluppa dai primi anni Ottanta, quando all'interno della FIDAL impazzava il "verbo" di Conconi: un metodo basato sulle auto-emotrasfusioni e, naturalmente, molto altro: perché quando si comincia ad investire su di u atleta per farlo diventare vincente, allora ogni mezzo diventa lecito, anche se l'atleta dovesse morire o risentirne in modo invalidante. Questo secondo libro si inserisce sulla scia del suo precedente volume di denuncia "Campioni a perdere", andato a ruba e ormai purtroppo esaurito. Donati ha pagato per il fatto di voler essere puro sino all'ultimo: essendo un personaggio scomodo ed imbarazzante, in un momento in cui tutti volevano il metodo Conconi (e chissà che altro!) è stato estromesso - all'interno della FIDAL - dal suo ruolo di responsabile della squadra di atleti del Mezzofondo veloce (800 e 1500 metri piani) e relegato a fare un oscuro lavoro burocratico in un sottoscala della Federazione. Ha avuto la forza e il coraggio di portare avanti la forza delle sue idee e dei suoi principi. Tra la possibilità (che gli era offerta di scrivere un libro teorico sul Doping e sui suoi pericoli, ha preferito raccontare la sua storia. E dal suo racconto vengono fuori tanti nomi eccellenti.
Da leggere. Assolutamente. Per chi vuole sapere, capire, scoprire. E smettere di osannare "campioni senza valore" e chi ce li propone come esempi, con il solo fine di guadagnare montagne di denaro, non solo privato (sponsor) ma spesso anche pubblico (sovvenzioni statali). Il libro è piacevole e si legge facilmente. Tra l'altro nella prima parte c'è un riassunto dello scomparso (è proprio il caso di dirlo) "Campioni senza valore" dello stesso autore.
IMPRESSIONANTE! testimonianza che ha messo la pietra tombale sui miei 40 anni di passione sullo sport agonistico professionale: meglio utilizzare il proprio tempo per FARE delle cose che appassionarsi per le imprese di altri che di fatto non sono che una fiction, eccezioni a parte; Sandro Donati è una di queste eccezioni ed infatti al Coni lo hanno relegato in un sottoscala come "parte non inserita nel sistema". E ci sono i riscontri oggettivi tipo il salto di Evangelisti, il falso doping della sua atleta DiTerlizzi...
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