Il pendolo rotto

Un viaggio fantastico in un mondo senza tempo e senza età; una riflessione profonda e senza pretese sull'alterità, la cupidigia, la separazione; una scrittura priva di rovinose tergiversioni... peccato che il libro finisca così presto!

"Il pendolo rotto" è una storia avvincente e dal ritmo incalzante, che conduce il lettore in un mondo fantastico facendo venir voglia di ritornare a giocare come bambini, lasciando spazio all'immaginazione, al sogno e alla speranza.

Edgar Allan Poe scrisse: "Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". Io sono d'accordo, e credo che anche Milo e Gughi, i protagonisti di questo adorabile racconto, lo siano. Abituato a un mondo grigio, in cui nulla è più in grado di destare stupore, Milo riceve un dono unico: la possibilità di (ri)scoprire il senso della meraviglia. A guidarlo in questa ricerca sarà proprio un bambino, Gughi, che quel senso della meraviglia non l'ha ancora perso. E, alla fine della storia, ci viene il sospetto che non lo perderà mai. Il pendolo rotto è un'opera di fantasia, certo...ma che fantasia! Il Treno Lungimirante, le Bacchelibelle, i Faggi stanchi, le Lucciole Scariche e, soprattutto, l'ombra-Ambra. La mente di Thomas Lehn deve essere un calderone di idee in continuo fermento. Attenti solo a non rovesciarlo: potremmo essere travolti dai suoi mondi fantastici e stancarci presto del nostro mondo grigio.