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La storia è incentrata su realtà storico/sociali della Sardegna del primo Novecento e ha per protagonista una giovane donna di origini umili, Marianna appunto, che diventa ricca grazie all’eredità di uno zio prete. Questa si innamora di Simone, bandito nuorese povero ma dal carattere forte e deciso che deve saldare il proprio debito con la giustizia; i due decidono di sposarsi ma Marianna chiede a Simone di costituirsi e di scontare la sua pena. Quando il segreto tra i due viene scoperto, tutti sono contrari. La casa di Marianna Sirca è sorvegliata ma Simone sparisce dalla circolazione per non farsi prendere e per non divenire oggetto di scherno da parte degli altri banditi. La ragazza, delusa, lo accusa pubblicamente di viltà e quando il giovane torna per chiederle di ritirare l’offesa, Marianna gli oppone un silenzio ostinato. Da questo silenzio gli eventi precipitano fino alla morte del bandito... in un finale, dopo il passare del tempo da quel fattaccio, agrodolce. All'interno del romanzo si trovano un serie di temi, che lo percorrono dall'inizio alla fine: quelli relativi al destino, alla sopraffazione, al dolore, alla morte, alla solitudine, e all’aspirazione alla felicità. Il tutto raccontato con uno stile narrativo leggero, semplice e ricco allo stesso tempo, dove l’autrice analizza soprattutto attraverso il dialogo e i personaggi di supporto (il padre, la domestica, il parente Sebastiano e il bandito Costantino), la psicologia dei protagonisti principali senza rinunciare a meravigliose descrizioni della sua terra, della natura che è parte integrante del romanzo. I cuori dei protagonisti così come le lande silenziose del nuorese, percosse dai gelidi venti invernali ed imbiancate da candida neve, sono solitari e accattivanti allo stesso tempo.
Sono alla riscoperta di questa bravissima autrice nostrana conosciuta spesso solo per il più famoso "Canne al vento". In questo lavoro le vicende sono incentrate su Marianna, giovane trentenne appena entrata in possesso dell'eredità per cui ha sacrificato la sua giovinezza accudendo un vecchio zio. Nelle sue nuove vesti di donna libera e ricca punta all'amore per dare senso alla sua vita molto grigia. Un'amore che non vuole compromessi e che cerca solo affetto e lo trova nel giovane Simone, suo ex servo, ora costretto a vivere come un bandito per le campagne selvagge sarde. Un sentimento, però, malvisto dai parenti più prossimi che li porterà a intromettersi per non dare pace ai due amanti. Lo stile di Deledda è davvero molto moderno a tratti: è fluido, è piacevole. Chi predilige un linguaggio più moderno potrebbe trovarsi non coinvolto nella scrittura di questa autrice straordinaria, eppure ben presto non si può che essere coinvolti in quel suo stile mai troppo fronzoloso. Lo consiglio a tutti, amanti e non dei classici
Ogni tanto è bello riavvicinarsi ai classici, anche se lo stile non contemporaneo per qualcuno all’inizio può apparire un piccolo ostacolo e rendere la lettura un poco noiosa. Ma poi, pian piano, si viene catturati dal racconto, dall’atmosfera, da un linguaggio meno banale di quello contemporaneo ma più ricco e profondo, da una scrittura che non vuole essere piatta e subito pronta per una trasposizione televisiva, bensì capace di descrivere paesaggi ed emozioni, strettamente correlati tra loro, con la sola forza delle parole. Così come è bello scoprire le opere meno famose dei maestri della letteratura. Se della Deledda molti ricordano Canne al vento, è bello allora avvicinarsi a Marianna Sirca, ritratto di una donna forte, “letteraria”, e calata in una Sardegna ancestrale, che pare quasi immobile e selvaggia, una Sardegna in cui uomo e natura convivono in un’osmosi forte e inscindibile. E' una storia d’amore che riprende molti temi deleddiani, in primis la forza e l’ineluttabilità del destino e la rigidità delle gabbie sociali. Un libro nel quale forse il lettore di oggi fatica ad entrare all’inizio, ma che poi avvince, regalando un finale indimenticabile, dal sapore arcaico ed eterno, e la certezza che il lettore porterà questi personaggi per sempre con se.
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