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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Ok, comincio da Limbo, o da Camilla, che poi è il primo racconto che ho letto, di questa raccolta. Qui uno dei temi è centrale: il paradosso della diversità che si deve infilare nella regolarità, in questo caso, del codice stradale. Il risultato è ironico, un po’ tragico. Ma il fatto è che questa Giusi Marchetta ha un chè: riesce a toccare liscia liscia tutte le profondità di noi anime che leggiamo non per rilassarci e nemmeno per distrarci, ebbene lo fa, senza neanche darlo a vedere, una che sa far ridere non si sganascia, lei è così.. È come una che batte il centro di un tamburo da molto lontano o come un acuto che allontana il microfono mentre spalanca la bocca. Qui, in Limbo, ci sono dei picchi, tipo: com’è successo che non cammini più, zio? eh, sì, l’immaginazione eleva. Specialmente nelle storie più crude. Come fa la canzone della sposa (Formiche rosse) E poi ti trovi di picchiata in basso. Riecco lo zio che dice: Mi sogno in piedi…. C'è un salto che m'ha preso molto, ma molto, è "Scarti". poi ci sono quelli che stanno dentro, gli "insospettabili" fan venire i brividi, o fanno infuocare il petto, ricordo certi tg, che invece muti stettero,dentro 'na marea di chiacchiere. Le telecamere servono altro, e alla fine ti sembra sì di aver preso il sole in faccia, quello che fa male….ci sono quelli che cercano di starci, dentro, come il protagonista di Dai un bacio a chi vuoi tu. Un Altro che si affanna a compiere gesti, fare finta, ma proporzionalmente al suo sforzo per essere dentro, si trova fuori. Infine ci sono quelli che se ne stanno convinti fuori, e per loro va tutto bene: come Michele (incidente) che si è fatto giustizia da solo, contro lo strapotere dell’ingiustizia e, sta zitto e aspetta, sa che ha sbagliato ma non poteva fare altrimenti, il bello è che tutto si rivela una fregatura, glielo rivela Ciccio, che "sta dentro", ormai, dopo un sospiro: “È che, Michè… se non è quello è un altro”. Poi ci sono i fantasmi:La vipera,e: Salvo era il più grande. Indubbiamente…”“Forse è andato veramente in America".
Lo ammetto, sono un po' di parte, essendo il personaggio (più che altro, direi la umile protagonista) di uno dei racconti del libro (anche se sono affettivamente legata ad "incidente", che sempre rappresenterà un punto importante della mia vita). Ora mi tocca dire qualcosa che spinga voi lettori ad acquistare il libro. Potrei far ricorso alle seguenti argomentazioni: 1. il filo conduttore dei diversi racconti: l'angoscia che deriva dal non poter fare a meno di seguire regole imposte; 2. la forza dei personaggi: quel tentativo di raggiungere un'apparente normalità che continua a non farsi neanche sfiorare; 3. la città sullo sfondo: orribilmente invadente; 4. il prezzo: solo 7 euro. Insomma, ci sono un sacco di buoni motivi per leggere questo libro. Per leggere, tra le tante, la mia storia, che un po' come la vostra è la testimonianza che le cose possono andare davvero male, a volte. E altre volte, dannatamente bene. In mezzo, tra le righe di questo libro, c'è poi tutto il resto. E di questi tempi di metrature sopra i cieli, di storie di gamorra, di numeri primi soli soli... di questi tempi, dicevo, scusate se è poco.
Avete mai provato a mettervi nei panni di un'altra persona? I personaggi del libro sono tratti dal nostro quotidiano e fortemente condizionati dalla realtà circostante, uniti tra loro da un filo i cui estremi sono rappresentati dalla speranza, che qualcosa o qualcuno possa salvarli da una vita che non hanno scelto, e da un dramma in atto. Sono brevi racconti che ci mostrano il rovescio della medaglia, la realtà da un punto di vista diverso dal solito, cosa che ci consente di avere un quadro completamente nuovo di un qualcosa che avremmo sicuramente giudicato senza conoscere, e che ci fa allo stesso tempo scavare e cercare dentro noi stessi.
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