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perfetta ricostruzione storica del tentativo di golpe nella Spagna degli anni '80. Lettura impegnata che richiede il giusto tempo
A differenza di altri che hanno commentato il libro, non avevo alcun interesse, per l'argomento che tratta l'autore... Se l'argomento è il colpo di stato tentato in Spagna nel 1981. Ma credo che quella sia piuttosto il pretesto, dal quale l'autore muove, per sviscerare i personaggi che vi presero parte. O meglio, per sviscerare i loro sentimenti, i loro desideri, le loro azioni. La struttura del libro è particolare, gli avvenimenti e i personaggi della Storia si rincorrono e si intersecano di continuo... Fino ad arrivare alle pagine finali, dove si capisce il motivo finale di tanta passione che trasuda dalle pagine del libro.
Nutrendo un interesse generico per la vicenda del tentato golpe spagnolo del 1981, ero piuttosto intimorito dalle dimensioni del libro. Ho iniziato perciò a leggerlo sicuro che mi sarei fermato a metà....invece non solo l'ho terminato velocemente ma non vedevo l'ora di leggere i capitoli successivi! Che dire? E' un bel libro che sviscera a fondo, con una scrittura scorrevolissima, tutti gli aspetti legati al tentato golpe del 1981. Chi è interessato alla vicenda lo apprezzerà moltissimo; tutti gli altri potranno comunque leggere un bel libro realizzato da un bravissimo scrittore.
Recensioni
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Nei Soldati di Salamina il soldato dell'esercito repubblicano in rotta incrocia lo sguardo del falangista Sánchez Mazas e compie il bel gesto di salvargli la vita. Dall'istante dell'irruzione nel Congresso di Tejero e dei suoi militi, il 23 febbraio 1981, riparte Cercas, che prende spunto dal gesto degli unici tre politici rimasti immobili quando le raffiche di mitra risuonarono nell'emiciclo: il presidente dimissionario del governo, Adolfo Suárez, il suo vice, generale Manuel Gutiérrez Mellado, e il leader comunista, Santiago Carrillo. Se nei Soldati di Salamina la storia costituiva la materia prima di una narrazione, in Anatomia di un istante c'è solo storia, e il suo autore si rivela uno storico. Il libro si legge d'un fiato, puntellato da ossimori folgoranti ("gesto postumo"), espressioni felici (le "idee succinte" di Tejero) e aneddoti esilaranti (il colloquio di Suárez con il re al conferimento del primo incarico). Cercas si rivela infatti capace di compiere ricerche approfondite, utilizzare in modo rigoroso le fonti, distinguere le certezze dalle congetture, mettere a nudo le parti di verità nei rumori sedimentati nei decenni successivi, porre gli interrogativi storiograficamente rilevanti.
A costruire il clima che isolò Suárez e rese possibile il tentativo di colpo di stato, contribuirono anzitutto l'esercito (ma con ogni probabilità non i servizi di intelligenza), poi la stampa (non solo di destra), il mondo finanziario e degli imprenditori, forse settori ecclesiastici, i socialisti, il suo stesso partito, l'Ucd, gli Stati Uniti e lo stesso sovrano, ormai convinto che il discredito in cui era precipitato Suárez rischiasse di danneggiare la corona. Il golpe fu contro Suárez e contro la democrazia. Ma per Tejero, che partorì l'idea dell'assalto, lo scopo era quello di spazzare via re e democrazia per tornare all'assetto franchista. Per Milans del Bosch, che lo progettò con Tejero, quello di restituire al re le prerogative perdute con il varo della Costituzione. Per l'ex precettore ed ex segretario del sovrano, Alfonso Armada, che del golpe fu l'eminenza grigia, quello di mettere fine alla democrazia di Suárez, imponendo un governo di unità nazionale capace di farla finita con l'Eta e con il decentramento. In definitiva, se Tejero guardava all'insurrezione del '36 e Milans del Bosh al colpo di mano di Primo de Rivera del '23, Armada guardava al De Gaulle del giugno del '58 e alla nascita della V Repubblica.
Penetrante è il profilo che Cercas ci consegna di Suárez, di cui indica i meriti nello smontaggio del franchismo e nel portare il Pce a riformare i propri statuti per propiziarne la legalizzazione, ma anche i limiti nell'operare in democrazia, regime a cui non era abituato. Cercas trova una corrispondenza tra la metamorfosi di montanelliana memoria che trasformò Emanuele Bardone nell'eroico generale Della Rovere e la vicenda di Suárez. Smonta l'idea che si trattò di un golpe da operetta. Senza piaggerie, tratta dell'imprudenza del re e legge il suo messaggio alla televisione come non del tutto sfavorevole al golpe di Armada. Restituisce alla transizione spagnola alla democrazia la sua verità storica, di percorso accidentato, contraddittorio, irto di ambiguità e soprattutto dall'esito non scontato.
Alfonso Botti
Il colpo di stato tentato in Spagna il 23 febbraio 1981 descritto minuziosamente attraverso la penna di un testimone d’eccezione. Il racconto di Javier Cercas più che narrare i fatti di quel pugno di ore, più che annotare e descrivere quegli eventi che segnarono la storia spagnola, si concentra su una pagina anomala della Spagna contemporanea. Il testo racconta diciassette ore e ricostruisce attraverso indizi e testimonianze le vicende che il 23 febbraio 1981 lasciarono un Paese intero sospeso, immerso nel silenzio passivo, timoroso, in attesa degli eventi. Un video di trentacinque minuti registrò quelle vicende, scalfendo indelebilmente nella memoria degli spagnoli l’immagine di quel breve frangente. Le immagini riprese filmarono l’irruzione: il momento in cui il tenente colonnello Antonio Tejero, armato e con un manipolo di militari entrava nell’emiciclo del parlamento madrileno, dove si stavano tenendo le votazioni per il nuovo presidente. Durante la sparatoria, l’attacco e lo scompiglio generale, mentre i presenti si gettavano a terra, inghiottiti dai loro scranni, Adolfo Suarez, presidente uscente, insieme al suo vice e a Santiago Cirillo, ex segretario del partito comunista, rimanevano immobili, seduti, statuari ai loro posti. Ma mentre il gesto del vice presidente e Cirillo, entrambi ex militari, non stupì molto, la reazione di Suarez colpì l’opinione pubblica. Nel corso delle cinquecento pagine del testo l’autore cerca di trovare una spiegazione. L’atto di un eroe dunque, o quello di un traditore, già a conoscenza della cospirazione?
In questo saggio storico, scritto con il trasporto umano tipico del romanzo, Javier Cercas vuole esporre i fatti, esaminare con un'analisi minuziosa e “anatomica”, una vicenda di portata storica di cui tutti furono testimoni. Una cronaca dunque, ma che descrive il tutto per mezzo di un linguaggio inconsueto alla materia che tratta, quello della narrazione. L’autore decide di servirsi di una dimensione e un tratto più confacenti al romanzo, ricostruendo quel giorno come alle prese con un thriller storico. Risolve il racconto operando un’unione, il connubio tra letteratura e storia, tra romanzo e verità. Il primo gli permette di dare ritmo alle vicende, il secondo consegna al racconto spessore e aderenza alla realtà.
I complotti, gli intrighi, i giochi di potere per rovesciare il governo, gli eventi di quel giorno e del difficile periodo storico che la Spagna sta vivendo, quello della transizione dalla dittatura alla democrazia, vengono descritti con una scrittura naturale. Una lettura avvincente che acquista intensità di fronte alla consapevolezza che quegli eventi stavano in realtà scrivendo la storia.
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