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L'età dell'inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni - Eric R. Kandel - copertina
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L'età dell'inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni - Eric R. Kandel - copertina
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Descrizione


Il premio Nobel Eric Kandel usa le sue straordinarie doti di divulgatore per portarci nella Vienna del Novecento, dove le figure più eminenti della scienza e dell’arte diedero l’avvio a una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di considerare la mente umana. Nei salotti viennesi dell’epoca si discutevano idee che avrebbero segnato una svolta nella psicologia, nella neurobiologia, nella letteratura e nell’arte. Tali idee portarono a progressi che esercitano ancora oggi la loro influenza. Sigmund Freud sconvolse il mondo mostrando come l’aggressività e i desideri erotici inconsci si esprimano simbolicamente nei sogni e nel comportamento. Arthur Schnitzler rivelò la sessualità inconscia delle donne con l’innovativo ricorso al monologo interiore. Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Egon Schiele diedero vita a opere di grande evocatività che esprimevano il piacere, il desiderio, l’angoscia e la paura. Scritto in modo magistrale e stupendamente illustrato, L’età dell’inconscio aiuta a capire i meccanismi cerebrali che rendono possibile la creatività nell’arte e nella scienza, aprendo una nuova dimensione nella storia intellettuale.
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Dettagli

2012
17 ottobre 2012
622 p., ill. , Rilegato
9788860304919

Valutazioni e recensioni

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Bruno L.
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L'abilità di Kandel di riuscire a coniugare il saper essere ricercatore, narratore, divulgatore, amante dell'Arte, emerge tra le pagine di questo libro che appare come un romanzo che parla di noi, del piacere estetico e della sua origine. Potrà, ai più, sembrare dissacrante guardare Klimt o Schiele con la lente delle neuroscienze, ma se a fare da guida è un autore che prima di essere scienziato è un profondo amante del Bello, non c'è il rischio di intaccare il mistero dell'Arte. Ed è sorprendente scoprire l'influenza stessa che la biologia, l'evoluzionismo e la medicina sperimentale hanno esercitato su Schnitzler,Klimt, Kokoschka; Kandel riesce ad accompagnarci e ad introdurci nel salotto di Bertha Zuckerkandl, un ambiente stimolante dove trovava spazio l'amore per il Conoscere nel desiderio di unificare la ricerca sotto un linguaggio comune. E in questa commistione tra psicoanalisi e letteratura,evoluzionismo, biologia e pittura (basti pensare ai motivi decorativi di Klimt che simboleggiano ovuli e spermatozoi), è piacevole lasciarsi cullare in questi rimbalzi sapientemente costruiti tra Arte e Scienza.Prima della lettura avevo il timore che il tentativo di coniugare due mondi apparentemente così distanti potesse essere una forzatura, mentre l'impressione che si ha alla fine della lettura è la meraviglia e lo stupore per come in realtà sia così fluido e naturale il passaggio tra i due linguaggi, ben racchiusi nella ricerca nel recente campo della neuroestetica. Un'ultima annotazione: ci sono molti passaggi del testo che davvero dovrebbero invitare a superare una dicotomia avvilente tra ciò che è cognitivo e ciò che è dinamico; è sorprendente osservare i contributi di Freud alle neuroscienze contemporanee, e solo una personalità proteiforme come quella di Eric Kandel poteva riuscire a gettare una nuova luce sulla psicoanalisi e sulle scienze della mente. Si vive, nel corso della lettura, una profonda ammirazione per la cultura sconfinata di questo premio Nobel.

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Con il suo papillon e le risate improvvise come punti esclamativi di una conversazione brillante ed elegante, Eric Kandel è una persona a tutto tondo che unisce alla grande scienza e alla ricerca originale che gli sono valse il Nobel una cultura profonda che investe la sua parola come il suo comportamento. Porta in sé la cultura viennese, con le sue sfaccettature profonde e raffinate che hanno cambiato il pensiero della società occidentale, e lo fa con un filo di nostalgia per avere dovuto lasciare il suo paese in situazioni critiche per la libertà e la sopravvivenza. Da qui questo libro affascinante nel quale Eric scienziato, scrittore e un po' artista, si esprime con libertà ed eleganza spesso impossibili o improprie nei lavori scientifici. L'autore vaglia i germi della rivoluzione culturale a cavallo del Novecento, li indaga con lo scrupolo del ricercatore e analizza la loro influenza sulla letteratura e sull'arte, soprattutto sulla pittura. I germogli nascono dalla scienza; la Vienna di quel periodo è stata una fucina, un laboratorio per la costruzione di una mente diversa, di una nuova maniera di pensare. Gli attori di questo laboratorio sono la scienza, l'arte e il fiorire di una nuova psicologia, quella dell'inconscio. L'elemento affascinante di questa cultura è la sua capacità pervasiva che la rende impulso comune al pensiero e anche all'azione. Una città dove si ha l'impressione che la cultura diventi una componente dominante della vita dei circoli, dei ritrovi e dei caffè. Lo strumento base che fa partire il laboratorio viennese è la scienza sperimentale, fisica e biologia, e molti nomi hanno fatto la storia del pensiero scientifico basato sui dati oggettivi, sulla logica e sulla dimostrazione. Da questo fiorire del pensiero nasce l'esigenza ambiziosa di scoprire cosa ci sia dietro il comprensibile e il visibile al microscopio e di fare luce sui meccanismi della mente, della complessità dell'individuo e delle sue manifestazione psichiche o neurologiche che rimandano a cause nascoste e ancora ignote. Era allora in grande uso l'ipnosi praticata da Charcot a Parigi, presso il quale molti, compreso Freud, andavano per apprendere e usare a loro volta la tecnica. E l'ipnosi si rivela un chiavistello per aprire le porte nascoste della mente del paziente, con un'invasione violenta di ricordi dimenticati, di fiori o spazzatura nascosti non si sa dove, ma sicuramente nel cervello. E sotto tutto questo fervore, che è anche libertà di indagine e di pensiero, sta la rivoluzione darwiniana, che aveva levato l'essere umano dal piedistallo di creatura particolare per renderlo un animale come tutti gli altri. E allora il sesso, fino ad allora ipocritamente mascherato, diventa oggetto di indagine. Tutto appare legato al comando biologico della conservazione della specie e quindi della riproduzione, come spiegava Darwin e come era d'altronde scritto nella Bibbia, "andate e moltiplicatevi". L'influenza di Freud, di una nuova concezione della mente influenzata da stimoli esterni ma anche interni, inconsci, ebbe in questo periodo ricadute importanti sugli artisti e sui pensatori. E pittori come Klimt (1866-1018), Kokoschka (1886-1980) e Schiele (1990-1918) rappresentarono nelle loro opere in immagini i simboli del pensiero freudiano, il sesso e più tardi l'aggressività. Successivamente questa combinazione di arte e scienza darà luogo con Gombrich (Arte e illusione, Einaudi, 1960) a un nuovo approccio allo studio della storia dell'arte, che viene rivisitata in base a nozioni biologiche e psicologiche. L'attrazione per la conoscenza del corpo e dei suoi meccanismi diventa ossessiva e nei salotti dei coniugi Zuckerlandl si parla di medicina, di Darwin e si fanno vedere gli ovuli e gli spermatozoi al microscopio. I mantelli delle figure di Klimt spesso pullulano di ovuli e di spermi, anche se per ornamento, nel quadro della moda dominante dell'art nouveau. Klimt è espressionista nei temi ma seguace dell'art nouveau nello stile, e le sue rappresentazioni del sesso indicano anche il piacere. Espressionisti saranno due seguaci di Klimt, Kokoschka e Schiele, i quali useranno le mani o altre parti del corpo per rappresentare la spiritualità e la follia. I corpi si deformano e il sesso diventa anche ansia, paura. La bellezza dei corpi, particolarmente in Schiele, viene assai violentata. In questi due ultimi autori, forse prima che nella mente di Freud, nasce anche, insieme all'eros, il pensiero dell'aggressività e della morte, eros e thanatos. Freud, che non apprezzava particolarmente questa pittura, non si accorse che quegli artisti esprimevano proprio quelle immagini dell'inconscio, dell'es di cui lui parlava. Kandel è maestro nell'unire scienza e arte e nel far vedere che in fondo esprimono la stessa ricerca, le stesse pulsioni, lo stesso "presente". Un libro affascinante di piacevolissima lettura, con il linguaggio chiaro e semplice della scienza e l'attrazione misteriosa dell'arte. Lamberto Maffei

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Conosci l'autore

Eric R. Kandel

Nel 2000 ha vinto il premio Nobel per la medicina. Tra i suoi libri: Psichiatria, psicoanalisi e nuova biologia della mente (Cortina 2007), L’età dell’inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni (Cortina 2016), che ha vinto il Bruno Kreisky Award per la letteratura, il massimo riconoscimento letterario austriaco, Arte e neuroscienze. Le due culture a confronto (Cortina 2017) e La mente alterata (Cortina 2018)

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