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Giganti e giocattoli. Il cinema di Yasuzo Masumura - Beniamino Biondi - copertina
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Giganti e giocattoli. Il cinema di Yasuzo Masumura
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Descrizione


Nella storia del cinema giapponese Yasuzô Masumura è colui il quale ha compreso quei processi di frantumazione soggettiva e di polverizzazione sociale sorti nella gioventù postbellica, e li ha trasferiti in immagini facendo uso di un'estetica che ha tenuto in conto tanto il rigore delle strutture formali quanto le concezioni moderniste dei nuovi bisogni culturali. Di ciò si rese conto Oshima che in un suo famoso saggio del 1958 dal titolo "Si sta forse aprendo una breccia?" definisce Masumura come il cineasta "che possiede una più profonda coscienza sociale" rifiutando l'immobilismo ereditario del Giappone. Contro il senso della rassegnazione e l'enfasi tipicamente melodrammatica del vecchio cinema, Masumura rovescia i principi del neorealismo - che pure sono a fondamento del suo percorso - per una rappresentazione esasperata e irriflessiva della gioventù all'interno di un immaginario individualistico e liberatorio. Siamo di fronte al primo manifesto coscientemente strutturato del Nuovo Cinema Giapponese in cui la rappresentazione della realtà sensibile rifiuta l'individuo come puro spirito sovrasensibile per portarlo a processo in termini di relazione sociale.
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Dettagli

2013
100 p., Brossura
9788854861084

Conosci l'autore

Beniamino Biondi

Beniamino Biondi è nato e risiede ad Agrigento. Scrittore e saggista, si occupa di poesia e di cinema. Collabora con riviste di letteratura e critica cinematografica, è curatore di rassegne di cinema d’autore e ed è direttore di collana per alcune case editrici. Ha curato l’edizione completa delle poesie del filosofo Aldo Braibanti ed ha pubblicato numerose opere di letteratura e di saggistica critica e teorica. È membro del Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici. Le origini del cinema sperimentale e underground Sebbene in Giappone la nascita del cinema sperimentale e dell’Underground sia alquanto remota, risalendo a un film assurdo e singolare come Kurutta ippêji (1926) di Teinosuke Kinugasa, soltanto nei primi anni sessanta si...

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