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Ritmo pimpante e trama avvincente: peccato solo per il finale un po' tirato.
Il libro descrive il periodo del XIV secolo in cui si agitano personaggi che sono espressione del potere, della nobiltà, della ricchezza, ed altro. L'autore, sfruttando numerose fonti, ci fa conoscere gli usi e i costumi, la peste, le vicende del Papato e tutto ciò che riguarda la vita della gente di quel tempo, dando vita ad un libro davvero molto interessante.
2 capitolo della saga del codice millenarius, secondo me ancora più bella e avvincente del primo capitolo, la scrittura di Simoni è scorrevole e convincente come sempre. Sorprendente il finale a questo punto sono curiosa di leggere il capitolo conclusivo.Consigliato
Recensioni
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Tra omicidi cruenti, badesse, monaci, preghiere e battaglie, un racconto avvincente scritto da un esperto del genere - La Repubblica
La meravigliosa magia della sua scrittura porta in un lampo in un altro mondo come solo i grandi romanzi fanno. - Maurizio de Giovanni
Per un lasso di tempo che parve infinito vagò in un oblio nero e tormentoso, finché non si ridestò in preda all’affanno. Non ricordava di aver perduto conoscenza in un luogo tanto oscuro, ma fu grato alla notte. La cecità alleggeriva il fardello dei ricordi, quasi fosse stato tutto un sogno. Restò rannicchiato a terra come una creatura appena venuta al mondo e, prima di sgusciare dal torpore, ascoltò il fruscio del vento tra l’erba, accarezzando il desiderio di annullarsi in quel suono. Per sempre.
Come un alchimista, che mescola sapientemente i suoi ingredienti segreti per trasformare la realtà e gli uomini, così Marcello Simoni sperimenta la formula perfetta per riportare alla luce il periodo più oscuro e misterioso della nostra storia, il Medioevo.
I suoi personaggi escono lentamente dall’ombra, illuminati dalla penna dell’autore, percorrono vicoli ciechi delle città, si perdono nelle fondamenta dei palazzi ducali, si confondono tra la plebe nelle piazze e tra i monaci sotto i roghi dell’inquisizione. L’autore cesella i loro volti deformi, la loro pelle torturata, le dita macchiate di inchiostro da amanuense. E infine rivela l’indicibile, il mistero rimasto sepolto per secoli.
Siamo nella Ferrara del Trecento e il cavaliere Maynard de Rocheblanche, maestro d’armi alla corte del re Filippo VI di Valois, è appena approdato, sotto mentite spoglie, alla corte del marchese di Ferrara Obizzo III d’Este. Il cavaliere dovrà istruire suo figlio maggiore, Aldobrandino, alla nobile arte della battaglia, ma in realtà la sua missione è ben più rischiosa.
Nelle segrete del palazzo il monaco Facio di Malaspina aveva trovato rifugio per qualche tempo, prima di essere brutalmente assassinato. È proprio nei suoi appartamenti che Maynard de Rocheblanche troverà la chiave per risolvere l’enigma che lo assilla da molti mesi: il mistero del Lapis exilii.
Nel primo volume della serie, L’abazia dei cento peccati (Newton Compton, 2014), il valoroso Maynard de Rocheblanche, era entrato in possesso di una pergamena con un enigma vergato. Quell'oscuro testo faceva riferimento a una reliquia preziosa, il Lapis exilii. Per non far cadere l'inestimabile documento in mani sbagliate, Maynard era stato costretto a fuggire prima a Reims, poi nell'abbazia di Pomposa e infine a Ferrara. Proprio lì era avvenuto il fortunato incontro con l'abate Andrea e con il giovane pittore Gualtiero de' Bruni.
In questo nuovo capitolo della serie, la scena si allarga fino ad Avignone, terra d’elezione dei papi, mentre i pericoli aumentano a causa della peste nera. Eppure nulla, neanche la paura della morte e la disperazione, impedirà al nostro cavaliere di difendere il suo segreto.
Un thriller magistrale di uno degli autori italiani più amati dal pubblico e dalla critica, già vincitore del Premio Bancarella, capace di evocare le atmosfere magiche de Il nome della rosa.
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