L' ultimo infiltrato. Una storia vera

Posto che il protagonista abbia detto il vero quando racconta delle sue tre vite (biker, estremista islamico, spia), quello che viene fuori è un personaggio sicuramente fuori dalla norma oscillante fra il criminale e l’eroe combattente contro il terrorismo. Ciò che però lascia sbigottiti è la postfazione in cui si parla del dibattito sulla liceità dei targeted killings di comprovati terroristi. Surreali sembrano le osservazioni di augusti docenti e pensatori che filosofeggiano se si tratti di omicidi di cui i servizi segreti debbano rispondere. Sì ricorda addirittura che il padre di uno dei capi di Al Quaeda ha fatto causa per l’assassinio del figlio che, detto per inciso, si preparava a buttare bombe qua e là nell’ Occidente. Forse questi soloni , così sdegnati da tanta violenza, dovrebbero fermarsi a pensare che, se possono stare comodamente a pontificare dal divano lo devono anche perché c’è chi dietro le quinte fa un lavoro sì sporco, ma certo necessario per la nostra sicurezza. Al signor Morten Storm non resta che augurare di sopravvivere al sicuro istinto di vendetta della jihad: il suo racconto gli ha certo piazzato un gigantesco bersaglio sulla schiena: probabilmente i suoi sonni non saranno molto tranquilli.

Leggendo questo libro si rimane perplessi e dubbiosi se le rivelazioni raccolte dai bravi giornalisti danesi siano del tutto corrispondenti alla reltà. Tuttavia è un libro che cattura dalla prima pagina, scritto bene e interessante. Da leggere!