Abbiamo sempre vissuto nel castello

Per Shirley Jackson ho un rapporto particolare. Non capisco se l’adoro o se non mi piace affatto. Sta di fatto che continuo a leggere le sue opere e mi tiene intrappolata alle pagine. Questo titolo è uno dei più belli che io abbia letto dell’autrice, ti fai mille pensieri per capire se quello che stai leggende sia una cosa piuttosto che un’altra e senza nemmeno accorgertene è finito il libro e pensi, ok......cavolo che brava. Quindi, consigliato! soprattutto se conoscete già la scrittrice.

Questo è stato il primo libro libro che ho letto di Shirley Jackson e sono rimasta molto soddisfatta. È la storia di una famiglia molto particolare, nella quale sono presenti due sorelle, Mary Blackwood e Constance. Quest' ultima si scoprirà aver avvelenato altri membri della famiglia che erano deceduti. Eppure si prova una sorta di tenerezza nei confronti dei Blackwood, che conducono una vita molto ritirata per difendersi dalla cattiveria dei concittadini, rifugiandosi in un mondo tutto loro, fatto di routine molto ordinaria e regole molto rigide, in compagnia del gatto Jonas. Un libro assolutamente non banale, che spinge a riflettere.

Il libro è molto bello, perfetto nella sua "impertubabilità", capace di sviscerare legami complessi e psicologie contorte o profonde o collettive senza descrivere ma semplicemente raccontando. Perfetti i dialoghi, perfetti i tempi, perfetto il linguaggio e lo stile; perfetti in funzione dell'obiettivo finale che è quello di descrivere una strage familiare e le sue conseguenze sui protagonisti e su chi sta loro intorno senza mai far vedere il sangue, il dramma, e senza mai descrivere ciò che in effetti non può mai essere spiegato ma solo compreso dal volgere della storia, nella sua semplicità e "normalita". Oltre l'equilibrio.