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Anno edizione: 1998
Anno edizione: 2017
Anno edizione: 1998
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Si tratta di un piccolo "Trattato sull'onore" in 14 massime scritto da Schopenhauer nel 1828. Il filosofo visse in un'epoca in cui i duelli tra gentiluomini mietevano ancora molte vittime ed erano un problema piuttosto serio per la società dell'epoca, soprattutto mitteleuropea. Schopenhauer con questo duro pamphlet si schierò apertamente contro questa usanza, a suo dire, irrazionale e animalesca. Fin qui nessuno gli darebbe torto. Il problema è che l'illustre filosofo si lancia, da una parte, in un'esaltazione del mondo classico che era privo dell'onore cavalleresco; dall'altra, in una dura accusa verso il Medioevo dell'Europa cristiana in cui, a suo dire, dominavano gli "oscurantisti in tonaca" ovvero "gesuiti" e "preti di ogni risma". Sarebbero loro i veri responsabili del perpetuarsi di questa visione distorta dell'onore tipica dei secoli "oscuri" dove ancora i lumi della ragione erano "spenti". Ora, attribuire la colpa della pratica del duello al cristianesimo cattolico è quanto di più sbagliato si possa fare. Purtroppo, Schopenhauer è letteralmente accecato dal suo anticlericalismo e le sue affermazioni sono storicamente infondate. Egli ignora o finge di ignorare che il duello durante il Medioevo era un istituto tipico dei popoli germanici, i quali lo attuavano come forma di ordalia e che nulla aveva a che fare col cristianesimo. Anzi, se vi fu un avversario del "duello di Dio", questo fu proprio la Chiesa cattolica. Questa, con numerosi provvedimenti ufficiali, si schierò strenuamente contro tale pratica e cito qui a titolo di esempi la condanna del duello al Concilio di Valenza (855 d.C.) e il celebre canone promulgato nel 1563 dal Concilio di Trento. Da tutto ciò si comprende come non sia stato un caso che, nel XVI secolo, il duello declinò inesorabilmente in Italia, mentre rimase in auge proprio in quelle aree europee che si erano separate da Roma. Dispiace anche notare che l'introduzione dell'edizione non dica nulla a proposito di tutto ciò.
In realtà un un libro sul senso dell' onore e sulle sue distorsioni, sfacciato e ironico come si addice a Schopenhauer.
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