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Anno edizione: 2003
Anno edizione: 1989
Anno edizione: 2003
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Indotta dal bellissimo film con Barbra Streisand e Nick Nolte, alla ricerca di atmosfere romantiche e languide, ho letto questo libro per ritrovarmi invece dentro una storia complessa, articolata, in cui l’amore è il grande assente, il miraggio e l’oasi agognata, un amore familiare, fraterno, filiale, un amore disatteso, abusato, ritrovato infine, giusto in tempo, al termine di percorsi di vita dolorosi. La storia di un uomo, attraverso la narrazione in prima persona degli intrecci di vite tormentate: la sorella gemella, poetessa sfiancata dalla follia, il fratello, forte, solido, incrollabile, i genitori, veri protagonisti e artefici del profondo disagio della famiglia, i nonni, potenti figure straordinarie da ammirare e per cui meravigliarsi. Un racconto che procede a ritroso, come una sorta di indagine nella memoria storica di una famiglia e delle sue dinamiche. Un lento e progressivo processo di scoperta, attraverso flash-back e ritorni al presente, che riporta alla coscienza verità sepolte dalla legge materna, quella della ‘lealtà familiare’, che la famiglia la distruggerà, nel suo insieme e nei singoli elementi. Una cornice storica ben definita, tratteggiata da episodi, da piccoli aneddoti, da riflessioni: prepotenti i temi del violento estremo razzismo del Sud degli Stati Uniti, della guerra del Vietnam, ma anche dello Sport, veicolo di riscatto e di fratellanza. Uno strepitoso scrittore, questo Conroy, capace di intrappolarti, con la sua prosa densa, evocativa, la sua lingua ricca, mai banale, attenta alle sfumature. Una sorpresa, per me, questo romanzo, lungo, fitto di eventi, di riflessioni, di fortissime emozioni, di quelli che proprio non vorresti finire, di quelli per cui corri subito a comprare qualcos’altro del suo autore! 10/10
E’ un libro implacabile e feroce, che dilania e ricompone. Tom Wingo è un insegnante e un allenatore di football che trascina il peso di un’esistenza piegata da un trauma indicibile. Lo stesso che ha subito la gemella Savannah, ricoverata dopo l’ennesimo tentativo di suicidio. Su invito della psichiatra Susan Lowenstein, che ha in cura Savannah, Tom inizia a ricostruire i fili spezzati della memoria della sorella che non ricorda, sente voci, vede cose che esistono solo nella sua mente. Ogni visione, ogni febbrile allucinazione le regala l’illusione che quel fatto non sia mai accaduto. La sua mente in affanno, in realtà, proietta fotogrammi di un disagio interiore che sale in superficie rivelando se stesso e tutto il torbido, senza identità, che lo ha generato. Di chi erano quelle mani sconosciute che hanno preso in ostaggio i loro corpi, acerbi e inconsapevoli, senza più lasciarli andare? Cosa ha lacerato le trame sottili dei loro tessuti emotivi in formazione? Quelli dei fratelli Wingo sono corpi e menti già imbrigliati nella spirale di una violenza domestica che divampa a fiammate. Attraverso lo strappo definitivo di quel trauma, ora, fluttua un’oscurità che porta via, con sé, la normalità, la prospettiva di un futuro ancora possibile. Faremo finta che non sia mai accaduto, è il monito della madre. Invece quella cosa è successa, si agita nella mente di Savannah e non smette di fare rumore. La violenza subita e il non detto si sono fatti strada fra le sue cose, hanno assunto dimensioni e proporzioni vaste e pericolose. Tom e Savannah avrebbero avuto bisogno di una sensibilità adulta in grado di accogliere quel peso e di farsene carico, liberandoli da un dolore sordo che non ha mai smesso di lavorare in sottrazione, sostituendosi a ciò che c’era prima. “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci” disse Isaac Asimov. Io aggiungo che in quel rifugio inospitale, troppo spesso, vengono trascinate identità senza colpa che smetteranno, per sempre, di essere libere,
Sicuramente un bel romanzo. Ambientazioni paesaggistiche e faunistiche stupende. Descrizione dei personaggi molto profonde ed avvincenti. Episodi dolcissimi ed a volte crudi e spietati. Non do cinque stelle per qualche eccesso da "soap opera"
Recensioni
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