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La prima cosa che ho apprezzato di questo libro sono stati gli angoli arrotondati. Per me è una novità. La seconda cosa, è che c’è una piccola galleria fotografica. In bianco e nero ovviamente. Ma è considerevole vedere ciò che Moravia ha visto con i propri occhi, aiuta nell’immaginazione delle vicende. Ho letto prima “L’odore dell’India” di Pasolini e poi questo. E, mi spiace per gli ammiratori del regista, ma c’è un abisso fra i due autori. PPP è più, come dire, “caciarone”, scrive di getto, senza curarsi minimamente della forma. Moravia era più abituato a scrivere, forse pensando al pubblico prima e a sé stesso dopo, Pasolini lo fa più per sé, secondo me, come quando scrive gli appunti di viaggio sulla carta intestata degli hotel. Alcune parole non sono ancora state decifrate oggi. Moravia ha rivisto e corretto i capitoli, inserendo termini ricercati, più attento alla grammatica. Si è documentato sulle religioni di cui parla oltre a qualche ricerca geografica e storica. Si era preparato per l’intervista con Nehru, ma una volta che ce lo ha avuto davanti, s’era dimentica tutto. Pasolini, s’intuisce, è rimasto profondamente sconvolto dall’India più nera, più arretrata, dall’indicibile sporcizia, dall’estrema povertà che affliggeva il paese del sub continente indiano. Da lasciarlo sgomento, senza parole. Per ogni personaggio incontrato riserva parole buone, ne ha pietà, Moravia, invece, tralascia molti aspetti del carattere o dell’abbigliamento, concentrandosi su altri: le strade brulicanti di ogni forma di vita, i tassisti, le camere di albergo, il mangiare. Pasolini e Moravia erano atterrati a Delhi, proseguendo verso est e arrivando a Calcutta dove sono stati raggiunti da E. Morante. Un viaggio faticoso considerando i mezzi dell’epoca e il soffocante caldo indiano che non perdona. Moravia osserva i monumenti e li descrive con dovizia di particolari e non passano inosservati ai suoi occhi: i corvi, le vacche, i sadhu.
Un buon resoconto di viaggio, descrive ma non emoziona
Innamorato pazzo dell'India come sono, questo libro mi ha affascinato dalla prima all'ultima pagina.
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