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La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l'Italia degli anni Cinquanta -  Sandro Bellassai - copertina
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La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l'Italia degli anni Cinquanta -  Sandro Bellassai - copertina

Descrizione


Nel febbraio del 1958, con il varo della legge Merlin, venivano definitivamente chiusi i bordelli in Italia. Di fatto, con la regolamentazione della prostituzione si chiudeva un'epoca, e prendevano il via dibattiti e discussioni oggi tutt'altro che sopite. Attraverso la rilettura di quegli eventi, che sconvolsero le abitudini sessuali di una generazione, il volume intende tracciare una rilettura della società italiana degli anni Cinquanta analizzandone le trasformazioni, le emancipazioni e le implicazioni etiche e politiche.
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Dettagli

2006
13 aprile 2006
189 p., Brossura
9788843038060
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Indice

Introduzione Ringraziamenti 1. Il progetto Merlin e la regolamentazione della prostituzione 1.1. La regolamentazione 1.2. Mito e realtà delle case chiuse 2. La società italiana e le trasformazioni di genere negli anniCinquanta 2.1. Il Quinto Stato 2.2. Le ragazze degli anni Cinquanta 2.3. La via del rosa 2.4. Fallaci nel paese delle suffragette 3. Emancipazione femminile e moralità 3.1. Nessuna mi può giudicare 3.2. Emancipazione e progresso 3.3. La sofferenza dell'emancipazione 3.4. L'emancipazione tentatrice 3.5. Mantidi e virago 4. Un vizio contagioso: la questione medica e sanitaria 4.1. Un vizio di natura 4.2. La discriminazione progressista 4.3. Prostituzione e salute pubblica 5. Il male minore e il sommo bene: la questione morale e politica5.1. Il salto nel buio 5.2. Sanare la piaga 5.3. La traviata redenta 5.4. Le ragioni della libertà Appendici Legge 20 febbraio 1958, n. 75D. Buzzati, Come fece Erostrato /Lettera anonima inviata da una prostituta a Lina Merlin /Bibliografia

Voce della critica

Non era certo facile ricostruire il dibattito politico, culturale e scientifico che ha accompagnato il lungo e complesso iter parlamentare della legge Merlin, nel decennio compreso fra il 1948 e il 1958: l'abolizione della regolamentazione della prostituzione investe infatti, inevitabilmente, una molteplicità di problemi relativi all'ordine pubblico, all'organizzazione sociale, alla sfera dell'etica, alle identità e alle relazioni di genere. Bellassai riesce assai brillantemente nell'impresa, attraverso l'individuazione di un preciso punto di vista, che, ricollegandosi al suo precedente percorso di ricerca, si riassume nel tentativo di definire le dinamiche di costruzione, affermazione e riproduzione del modello di mascolinità nell'Italia degli anni cinquanta. Fra i numerosi spunti di interesse del libro, due risultano particolarmente rilevanti. In primo luogo, entrambi i fronti (abolizionisti e regolamentisti) appaiono spesso accomunati, sul piano dei codici culturali, da convergenze non occasionali: la riluttanza verso i temi scabrosi della sessualità maschile; una percezione del corpo maschile come portatore naturale di pulsioni inconfessabili; l'affermazione di una titolarità normativa del maschile sul femminile; un'impostazione, infine, decisamente moralistica, che sacrifica la difesa laica della libertà dell'individuo sull'altare del sogno di un risanamento morale della società. In secondo luogo, il dibattito sulla legge Merlin testimonia ancora una volta del "lungo positivismo" che ha caratterizzato la cultura scientifica e giuridica italiana: di nuovo trasversalmente, sui due fronti, ritorna, infatti, il modello della prostituzione come "vizio di natura", conseguenza dello stato patologico della donna deviante.
  Francesco Cassata

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