Vendere l'anima. Il mestiere del libraio

Romano Montroni è stato per molti anni e fino al 2000 direttore delle librerie Feltrinelli, iniziando l'attività di libraio nel lontano 1962. Il libro Vendere l'anima. Il mestiere del libraio esce in concomitanza con l'apertura della Fiera del libro di Torino e vuole essere un manuale diretto in primo luogo agli addetti ai lavori. Ma è anche qualcosa di più in quanto elabora, come scrive Umberto Eco nella prefazione, "una sorta di filosofia della libreria" che può interessare anche il semplice frequentatore. Il libro coinvolge molti protagonisti dell'editoria italiana: figurano tra gli altri gli scritti di Roberto Calasso, Stefano Benni, Michele Serra, Umberto Galimberti, Carlo Feltrinelli, Alberto Ottieri, Roberto Cerati e Stefano Mauri.
Montroni parte dall'immagine della libreria, da quel "banco posto all'ingresso che deve trasmettere qualità e identità", contro la standardizzazione di comportamenti che oggi omologa l'esposizione delle novità nelle grandi catene. Riprendendo un concetto di Gramsci che definiva la cultura come un insieme composto da organizzazione, presa di possesso della propria personalità e conquista di coscienza superiore, Montroni descrive la "cultura" della libreria, fatta di trasmissione e diffusione di valori: un insieme di piccole cose, dalla cortesia dei collaboratori, all'assortimento dei libri, allo scaffale, alla bellezza dell'esposizione. Solo in un secondo momento, se invogliato, il cliente si relazionerà anche col libro. La quintessenza del mestiere è "dare valore ai libri" e il nuovo libraio oltre che appassionato deve essere dinamico e saper aggiornare le sue proposte. Montroni descrive il sistema organizzativo della libreria, i servizi per fidelizzare la clientela, gli aspetti del lavoro del direttore e della formazione e gestione del personale, insistendo sul concetto che "ogni libreria ha un'identità da costruire" al di là delle sue dimensioni.
Il libro ospita anche gli interventi di illustri personaggi, alcuni sotto forma di lettera. Se per Calasso la prima virtù del libraio è il sapersi orientare fra libri, scaffali e gusti dei clienti, per Carlo Feltrinelli vendere un libro rimane un compito assai arduo e stare in libreria è "un po' come stare su un campo di battaglia". Ernesto Ferrero sottolinea come oggi il libraio deve porsi come custode della diversità e della memoria. Stefano Mauri insiste invece sugli aspetti economici di questa professione e su come troppo spesso i librai trascurino la salute degli indici aziendali, e sottolinea il trionfo del libro nella sua dimensione fisica, solida, a fronte dell'insuccesso dell'e-book. Il libro si chiude con l'elogio del libraio fatto da Michele Serra che lo descrive come un intellettuale, un autore di tendenze culturali la cui scomparsa è impensabile perché, dice Serra, "saranno i lettori a impedirla".