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Anno edizione: 2012
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Inutile davvero, peccato la Cilento mi piaceva molto. Un librettino che sa di commissione Bassolino. L'ho rivenduto al remainders.
Libro di grande e sapiente scrittura e, nello stesso tempo, inutile. Mi spiego meglio. Napoli è come un grande poeta arcaico ridotto in fin di vita e del quale tanti, troppi ancora si affannano a scrivere la biografia. Questo volume della Cilento è, ovviamente, un gran bel libro a cui darei un bel 5; ma è anche un libro ovviamente inutile nel suo affannoso desiderio di raccontare, ancora una volta, questa città ossimorica impossibile da raccontare, e che non sa più che farsene dei suoi intellettuali, dei suoi scrittori, dei suoi artisti, dei suoi poeti, dei suoi filosofi, di tutti coloro che, in buona o cattiva fede l'adottano per la loro scrittura. Napoli non sa che farsene di tutti coloro, e sono ancora troppi, che lottano per raccontarla, per renderle omaggio, per sublimarla in pagine a volte d'incantevole splendore. Napoli non vuole essere più narrata, e forse non vuole più essere amata. Io, come tutti coloro che ci sono nati e vissuti un vita intera, l'ho molto amata, ma oggi mi accorgo che questo splendore di città, terribile e devastante, non vuole nulla, nè scrittura, nè arte, né filosofia, né poesia. Esiste, come scrisse Pasolini, una pietà superiore da offrire ai malati, ai moribondi, ai maledetti, agli emarginati, ed è quella di lasciarli andare (morire?), di non volerli redimere. Questo libro, come i tantissimi che ormai affollano la libreria ideale dedicata a questa città, dimostra una sorta di accanimento terapeutico che forse potrebbe essere risparmiato a questa terra ferita e sanguinante. Napoli è chiusa da sempre nel suo medioevo e nel suo barocco, dai quali mai si è separata. Chi l'ha amata e conosciuta veramente (non coloro che l'attraversano per un giorno o un mese) sa a cosa mi riferisco. Il medioevo e il barocco di Napoli sono i vertici della sua luminosa grandezza, ineguagliata e splendente. I libri, purtroppo, non possono fare nulla. Sono letteratura, buona o cattiva non importa, e Napoli non ha bisogno (da tempo) di letteratura. Gran bel libro da leggere e da rileggere,questo, ma poi?
per chi conosce napoli o per chi non la conosce ancora, un libro che cattura l'attenzione del lettore e conduce alla scoperta di una napoli caotica, dolente, magmatica, a cui le cadute del tempo non hanno tolto la bellezza.
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