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Decisamente consigliato. Lo avevo visto per caso in un negozio Libraccio a 5€, mi incuriosiva molto e lo avevo preso. Vi consiglio di fare lo stesso!
Nonostante la forte presenza di un linguaggio denso e di una serie consistente di riferimenti filosofici, non si può non dare a questo libello il voto massimo, non fosse anche per il tono sarcastico e politicamente scorretto in merito a un problema serissimo e attuale che il nostro autore aveva già preconizzato più di vent'anni fa. Il saggio è incentrato sul concetto che un medium come la televisione, basandosi sul primato dell'immagine (che per essere compresa necessita quasi esclusivamente di concetti CONCRETI) a detrimento della parola, atrofizzi la nostra capacità di astrazione, ragionamento e pensiero, tutte cose indispensabili per saper affrontare i problemi che ogni giorno attraversano la nostra vita (e tali problematiche, come corruzione, disoccupazione, burocrazia, politica, etica e religione, non sono affatto concrete ma ASTRATTE a differenza di quanto i più sostengono). Un concetto poco sottolineato, ma che fa capolino qua e là nel corso dell'esposizione, è che tale medium di per sé non costituisca un male perché la televisione (pubblica/di Stato) degli anni '50 e '60 era di qualità poiché rispecchiava una serie di valori europei come pensiero, filosofia, cultura e letteratura che affondavano le loro radici anche nel cristianesimo; il cambio di paradigma è avvenuto a partire dalla fine degli anni '70 quando sono sorte le televisioni private che si sono agganciate a una forma mentis americana che sposava valori come il fare, il profitto, il capitalismo che ricavano il loro sostentamento dal pensiero protestante e dal puritano (Max Weber docet): difatti, la nostra società in ogni aspetto, dalla politica al mondo del lavoro, dalla scuola alla televisione, si è americanizzata: e la nostra Europa del pensiero astratto non sta attraversando una fase di progresso, nonostante i soloni dell'american way of life.
Non semplice da leggere ma estremamente acuto, come è lecito a ben vedere aspettarsi dal suo compianto autore. Un must.
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