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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2012
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un Camilleri in forma
Un risveglio di soprassalto per scoprire che si trattava di un sogno da incubo, poi un incubo vero e proprio dovuto al ritrovamento di un cadavere non più identificabile. Parte così un’indagine molto complessa nella quale Montalbano dovrà sfoggiare tutte le sue primarie qualità di intuizione, intelligenza e caparbietà per arrivarne a capo, con la consueta bravura. Altrettanto dicasi per la narrazione.
Premetto che amo follemente lo stile di Camilleri. Con i romanzi dedicati a Montalbano offre uno splendido ritratto non solo dei personaggi ma anche della Sicilia, che diventa anch'essa protagonista indiscussa di ogni storia. Lontano da ogni stereotipo, sempre attuale e contemporaneo, ogni capitolo della saga mi fa innamorare sempre di più. Da leggere assolutamente
Recensioni
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Nella Vigàta di Camilleri viene ritrovato un cadavere, ma non è una scoperta come tante altre. Si tratta di omicidio e la scena è raccapricciante quanto evocativa: il corpo è fatto a pezzi e chiuso in un sacco, riemerso dal fango dopo una pioggia torrenziale.
Si apre così l’ennesima inchiesta del commissario Salvo Montalbano, intento a indagare sull’identità del morto ammazzato e dei suoi sicari.
Nel frattempo una donna denuncia la scomparsa del marito, colombiano di origini siciliane, e il cerchio inizia a stringersi.
Un’epifania invade Montalbano e, come ogni epifania che si rispetti, arriva quando meno te lo aspetti. Il cadavere è stato tagliato in trenta parti, ritrovato in un campo di quelli da cui si estrae la creta per i vasai. Il foro di proiettile nella nuca rappresenta un chiaro indizio, nel gergo mafioso, di una vendetta causa tradimento. Tutti gli elementi che caratterizzano una sola storia e una sola figura, che conosciamo fin troppo bene: quella di Giuda. Ha tradito per trenta denari, cifra con cui verrà comprato il campo del vasaio con lo scopo di dare sepoltura agli stranieri.
Quelle che sembrano semplici coincidenze finiscono per rappresentare tessere di un mosaico frammentato con cui il celebre commissario di Vigàta deve ricostruire la vicenda per arrivare alla verità.
Con Il campo del vasaio Camilleri prende per mano il lettore e lo accompagna nelle torbide trame del tradimento che, purtroppo o per fortuna, accomuna tutti gli uomini in quanto peccatori. Esistono molte più forme del tradire di quanto possiamo soltanto immaginare, e chi meglio di Camilleri può svelarci che in realtà nessuno è infallibile, nemmeno Montalbano?
Recensione di Giuliana Saviano
Si ringrazia il Master Professione Editoria dell'Università Cattolica di Milano
Si sveglia dopo uno strano sogno, il commissario Montalbano: nella sua cucina c'è Totò Riina che, candidato Premier, gli sta proponendo di fare il Ministro dell'Interno del suo governo. Senza tirare in ballo Freud, ma piuttosto la saggezza popolare di Catarella, si capisce che c'è un momento di confusione nella mente del commissario, uno smarrimento.
Inizia con questa scena, onirica ed evocativa, il nuovo romanzo di Andrea Camilleri che vede per protagonista, per la tredicesima volta, Salvo Montalbano. Una serie che ormai, a detta dell'autore, vive di vita propria, insiste nella sua mente per essere portata avanti, si insinua tra gli altri romanzi e gli altri saggi che il prolifico autore siciliano continua a scrivere. Montalbano è un personaggio che, anche grazie alla trasposizione televisiva, sta assumendo con il passare del tempo una consistenza sempre più reale e tangibile, quasi che da un momento all'altro lo si possa incontrare per le strade delle nostre città.
Una lingua antica, una trama perfettamente lineare per una storia farcita di citazioni di temi cari alla cultura popolare. Questa volta a Vigàta un cadavere fatto a pezzi viene rinvenuto in un "critaru", un campo melmoso di creta. L'identità dell'uomo è sconosciuta, ma la dinamica dell'omicidio fa pensare alla classica vendetta mafiosa, quella che veniva riservata ai traditori. Questi gli unici indizi in mano al commissario, mentre una bellissima donna straniera, Dolores, denuncia la scomparsa di suo marito.
Un campo melmoso, un cadavere a pezzi, una vendetta
Questa scena ci ricorda qualcosa, a noi e anche al commissario: un romanzo di Andrea Camilleri scritto qualche anno fa, un altro della serie di Montalbano. Un libro che scivola una notte tra le mani del commissario per suggerirgli la soluzione del caso. Allora il personaggio diventa lettore di se stesso, confermando la sua ambizione a far parte anche del mondo dei lettori, dopo aver conquistato il mondo dei personaggi letterari. Ne La scomparsa di Patò, il romanzo che legge Montalbano, Camilleri cita la storia di Giuda, il tradimento, il suicidio e i trenta denari che dopo il pentimento l'apostolo ha consegnato ai Sacerdoti del tempio. Con quei trenta denari i saggi costruirono il "Campo del Vasaio", un campo argilloso in cui dare sepoltura agli stranieri.
E se l'uomo misterioso fosse proprio uno straniero?
Scritto con la maestria di sempre, arricchito da minuscoli dipinti di storia popolare, come piccole elegie, un romanzo che non delude, un libro che contiene un espediente narrativo capace di rivelare tutto il genio di un grande scrittore.
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