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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2008
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L'opera storica di Voltaire è attraversata da una duplice pulsione. Da un lato c'è l'esigenza di intendere il passato con senso critico, vagliando le testimonianze alla luce della ragione. Una propensione verso la storiografia scientifica come l'intendiamo oggi. Dall'altro lato sta una pulsione militante. La convinzione, cioè, che lo storico debba svolgere un'opera di edificazione civile, denunciando impietosamente la barbarie e la superstizione. Su questo secondo versante lo spirito militante fa premio largamente sull'esigenza di obiettività. Tuttavia, questi due caratteri non sono facilmente separabili e la loro compresenza è parte del fascino che la storiografia volterriana continua a esercitare. Una conferma di questo assunto la troviamo anche nel testo qui segnalato. Pubblicata dapprima a puntate sul "Mercure de France" tra il 1750 e il 1751, la Storia delle crociate sarà rifusa, con l'aggiunta di un capitolo, nell'Essai sur les mœurs et l'esprit des nations. Appare evidente che la scelta editoriale di ristampare questo scritto è motivata da ragioni di attualità. Riproporre un momento cardine del confronto tra cristianità e islam visto da uno scrittore celebre. Tuttavia, i terzomondisti che leggeranno il testo per cercarvi un antesignano delle colpe dell'occidente resteranno delusi. Voltaire ha certamente un'intenzione polemica, ma questa si indirizza anzitutto contro l'assurdità delle guerre di conquista. Inoltre, la polemica mantiene il senso delle proporzioni. Vengono denunciate, certo, le atrocità commesse dai crociati nei luoghi santi, ma non si tacciono quelle dei musulmani. Semmai, si sottolinea il paradosso che le crociate hanno avuto come unico risultato la morte di oltre due milioni di cristiani. Anche la lode alle virtù del Saladino è un topos che risale già alla letteratura medievale e che lo scrittore francese si limita a riprendere.
Maurizio Griffo
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