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Ho letto questo saggio quando fu pubblicato in Italia. Mi ha aiutato moltissimo a formare una responsabilità ecologica ed a comprendere la nostra storia umana con un ampio pensiero spazio temporale. L'ho sempre amato. Ed ora, in occasione di un altro testo con il medesimo titolo, l'ho riletto. E rimane sempre un ottimo libro. L'indagine che viene proposta è ancora adeguata al nostro tempo, seppur il tema sia scientifico.
Molto bello e ben comprensibile nonostante la complessita'dell'argomento trattato.
Recensioni
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Questo libro rappresenta un utilissimo punto di riferimento per chi voglia raccordarsi agli aspetti più vivi del dibattito attuale che lega meccanismi dell'evoluzione, storia della vita, diversità biologica, origine dell'uomo e impatto dell'uomo sulla biosfera. Gli autori sono ben noti sia agli specialisti sia al grande pubblico. Richard Leakey, figlio di Louis e di Mary, ha degnamente continuato la grande tradizione paleoantropologica e naturalistica familiare, scoprendo e studiando i sedimenti fossiliferi del lago Turkana, che hanno permesso di svelare documenti di fondamentale importanza per la ricostruzione della filogenesi umana nel corso degli ultimi tre milioni di anni. Richard è stato capace di integrare la vocazione paleoantropologica con una visione naturalistica di ampio spessore, derivante anche dalla conoscenza diretta della grande fauna africana. Queste competenze, associate alla comprensione profonda del contesto sociale e umano dell'Africa Orientale e del suo paese, il Kenia, gli hanno valso la nomina a direttore del Wildlife Conservation Department del Kenia, nomina avvenuta per iniziativa illuminata del presidente Arap Moi, anche come riconoscimento alle sue doti di carattere (doti che gli hanno permesso di superare i postumi di un grave incidente aereo con conseguente paralisi degli arti inferiori), e soprattutto alle sue capacità di "leadership" e di organizzazione. Roger Lewin, editore della prestigiosa rivista di divulgazione scientifica "New Scientist", è una delle grandi firme della divulgazione scientifica ad alto livello, con particolare riferimento al campo dell'evoluzione e della paleoantropologia. Il libro affronta direttamente i temi centrali del dibattito evoluzionistico attuale, relativo al ruolo dei fenomeni di estinzione di massa nel determinismo della storia biologica del pianeta. L'attuale rinnovato interesse per i temi evoluzionistici è dovuto all'effetto convergente delle conoscenze acquisite in due distinti campi di ricerca, precedentemente non collegati tra di loro, ma che appaiono oggi strettamente interrelati: geopaleontologia e astrofisica. La documentazione geopaleontologica della vita sulla Terra è oggi sufficientemente ricca e dettagliata da permettere di trarre alcune conclusioni su problemi che erano rimasti aperti sin dall'epoca di Darwin. Fondamentalmente, la lettura della documentazione fossile oggi disponibile consente di individuare periodi di significativa discontinuità evolutiva, caratterizzati da un brusco depauperamento della diversità biologica, seguito da una fase di accelerata diversificazione evolutiva, che porta al recupero del biota, con una marcata sostituzione di specie. A queste fasi di ricambio biologico e di accelerazione dei tempi evolutivi fanno seguito fasi di relativa stasi, in cui l'evoluzione e il ricambio delle specie sono lenti e graduali, senza significative discontinuità, secondo il classico modello darwiniano di selezione adattativa. L'astrofisica ha introdotto come attori nel determinismo evolutivo della vita terrestre eventi cosmici, consistenti fondamentalmente in fenomeni d'impatto con corpi celesti, quali comete e asteroidi. Gli impatti, interagendo in modo distruttivo e casuale con gli ecosistemi terrestri, appaiono fra i principali responsabili delle estinzioni di massa succedutesi nel corso delle ere geologiche sul nostro pianeta e sembra abbiano rappresentato un fattore di fondamentale importanza nel determinismo di nuove radiazioni evolutive. Su questo sfondo d'insieme, che indica al tempo stesso la fragilità e la resilienza della vita sulla Terra, si colloca l'origine degli ominidi e la crisi biologica che consegue alla diffusione globale della specie Homo sapiens nel corso delle ultime decine di migliaia di anni. Centrale alla comprensione della storia della vita è l'esplosione faunistica del periodo Cambriano, mezzo miliardo d'anni fa, che portò allo sviluppo di creature pluricellulari estremamente diversificate per quel che riguarda i piani di sviluppo corporeo. Tutti i grandi gruppi zoologici (phyla) esistenti attualmente, e una varietà di phyla che non trovano riscontro nelle creature attualmente esistenti, erano già presenti in conseguenza di questa spettacolare radiazione evolutiva, già brillantemente descritta da Stephen Jay Gould nel saggio La vita meravigliosa, edito in Italia da Feltrinelli nel 1990. L'estinzione di massa della fine del Cambriano risultò nella sopravvivenza dei phyla che avrebbero poi progressivamente occupato gli ecosistemi terrestri. Infatti, la radiazione evolutiva post-cambriana portò a una relativamente rapida diversificazione delle forme sopravvissute all'estinzione, pur con una limitazione legata al fatto che i piani di sviluppo corporeo disponibili erano senz'altro ridotti rispetto alle possibilità della fauna cambriana. In questo senso, il determinismo casuale della crisi che pose termine al Cambriano lasciò un'impronta permanente sulle caratteristiche della vita sul nostro pianeta. Nuove estinzioni di massa si verificarono alla fine del periodo Permiano, circa 225 milioni di anni fa (forse alla più profonda tra le crisi attraversate dalla vita sulla Terra), poi nel Giurassico, e, segnatamente, alla fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa, con l'estinzione, insieme a numerose altre forme di vita, dei Dinosauri. Analogamente alla ripresa post-cambriana, i fenomeni di rapida radiazione evolutiva che seguirono queste crisi possono essere interpretati riferendosi a una molla evolutiva diversa da quella che porta alla cosiddetta "evoluzione di fondo", più rispondente ai criteri darwiniani di competizione e selezione adattativa. Le specie che si estinguono non sono infatti meno "adatte" di quelle che sopravvivono. La sopravvivenza o l'estinzione hanno a che fare con fenomeni legati alla distribuzione geografica, alla numerosità, al fatto di essere specie ai vertici di catene trofiche ecc., mentre la rapida radiazione evolutiva, legata alla disponibilità di nicchie ecologiche aperte, è fondamentalmente diversa dai lenti fenomeni di successione di specie che si hanno al di fuori dei periodi di crisi. Pertanto, leggendo questo libro, chi sia familiare con la storia delle teorie evolutive può verificare quanto l'evoluzionismo di stampo darwiniano si riconcili e coesista con una versione aggiornata delle teorie catastrofiste derivate da Cuvier. In questo quadro, l'evoluzione appare non preordinata, casuale, pur non escludendo fenomeni di diversificazione adattativa lungo alcune linee direttrici che risultano "preordinate" dallo sviluppo di determinate caratteristiche, tra cui, per i vertebrati e per i primati in particolare, quella dell'encefalizzazione, o aumento del volume cerebrale. In questa "linea direttrice" si innesta il fenomeno dell'origine umana, sullo sfondo di fenomeni adattativi rispondenti a emergenze di carattere geologico e climatico, che aprivano nuove nicchie ecologiche nell'ambiente di savana. Gli ominidi rappresentarono la risposta adattativa dei grandi primati antropomorfi all'ambiente di savana. Lo sviluppo dell'uomo a sua volta apre la strada a un fenomeno di crisi evolutiva e di estinzione di massa di natura del tutto nuova, il cui controllo rappresenta una sfida per l'umanità attuale. Tuttavia la "sesta estinzione" indotta dall'uomo, intendendo con questa espressione non solo l'umanità storica e attuale, ma anche l'umanità della preistoria, può essere rivisitata e meglio compresa alla luce dei dati sulle precedenti estinzioni di massa succedutesi nella storia della vita. Nell'insieme, questo è un libro di alto livello culturale, in cui si mettono a fuoco problemi che riguardano l'origine, la storia e anche il "destino" della vita sulla terra. Nonostante la densità e complessità del soggetto, il libro è scritto in modo nitido e avvincente.
recensioni di Mariani Costantini, R. L'Indice del 1999, n. 05
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