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Equipaggiati con l’incoscienza che è patrimonio di ogni bambino, un’amicizia che diventa più forte di giorno in giorno e una misteriosa mappa, Cosimo, Italo e Vanda portano avanti con caparbietà la loro missione, tra avventure spericolate e voglia di libertà pagata a caro prezzo.
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L’amicizia vera, innocente, genuina, è il punto di forza, il cardine su cui ruota agevolmente il toccante resoconto di un viaggio di iniziazione. “L’ultima volta che siamo stati bambini” è un libro di struggente dolcezza, gradevole e delicato, a firma di Fabio Bartolomei, un racconto suggestivo e commovente una volta letto per bene il contenuto, non quello tracciato, quello tra le righe. L’autore utilizza con semplicità una prosa agile, rapida ma non sbrigativa, funzionale ed efficace nel tratteggiare i suoi personaggi, stilizzandone i caratteri significativi e le loro azioni, con poche pagine svelte, spedite. Uno stile disinvolto che dice, descrive, racconta, poi lascia il lettore libero di fare le sue considerazioni, fornisce un assist spiccio, logico e ordinato, da cui trarre inevitabili riflessioni che ammaliano, colpiscono, spesso commuovono, sempre ti toccano. Questo romanzo non è un racconto di crescita, è piuttosto una storia di resistenza di bambini che non intendono crescere a misura di adulti, di quegli adulti, i più, che manifestano sentimenti a loro estranei di inimicizia, di contrasti, di dissapori e discordie. Quattro bambini nella Roma bombardata dagli alleati, con la guerra becera, il duce destituito, i tedeschi pronti a rastrellare i partigiani, la fame, la miseria, la paura: eppure si ostinano a restare bambini. A fare amicizia tra di loro, a parlarsi, a confrontarsi, ad aiutarsi malgrado differenze di vario genere, manifestando il tutto nell’unico modo con cui i bambini comunicano magnificamente tra loro, con il gioco. Il mondo degli adulti, avranno modo di scoprire, è ben altro che gioco o avventura a lieto fine, saggezza, maturità, benevolenza, è un universo ignorante, maleducato, anaffettivo e inconciliabile con la vita detta a misura d’uomo, che è solo quella a guisa di mente di bambino. Per rivedersi da adulti, dove tutto è iniziato, dove è stata l’ultima volta che sono stati bambini, per non dimenticare.
La guerra vista dagli occhi di tre bambini che vanno alla ricerca di un loro amico ebreo catturato con la sua famiglia, inconsapevoli dei pericoli a cui andranno incontro. Consigliato
Libro molto ben scritto e di "facile" (non superficiale) lettura, come tutti quelli di questo autore: divertente, profondo, commovente....Vanda il mio personaggio preferito
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