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Un affresco fiammeggiante sulla memoria e l’identità; un grande romanzo sull’Iran di ieri e sull’Europa di oggi.
«Emozionante, divertente, intenso e drammatico». - Elle
«Una voce che incanta e al tempo stesso ci stringe dolorosamente». - Le Monde
«Un’epopea romanzesca». - Le Figaro littéraire
«Una storia romanzesca all’ennesima potenza, piena di digressioni squisitamente orientali». - Télérama
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Libro bellissimo, la storia Iraniana attraverso le vicende di una grande famiglia e anche il racconto di un percorso di crescita personale per trovare la propria identità. Veramente consigliato
Un libro stupendo, di cui mi sono innamorata quasi subito. Il contesto storico è interessantissimo: l'Iran dello scia e di Komeini vissuto da una famiglia che si è opposta sia all'uno che all'altro. Le storie di questa variegata famiglia sono in tono fra l'ironico e il mitico, splendido. L'argomento che mi ha intrigato di più è la ricerca di se' della protagonista, che deve trovare un'identità in questa vita divisa fra Iran e Parigi, fra antiche leggende familiari e genitori rivoluzionari, alla ricerca di un'identità anche sessuale che me l'ha fatta amare moltissimo. Imperdibile !
Il lato A (denominazione adottata dall’autrice in omaggio ai vecchi vinili) rievoca il passato e usa figure ed eventi legati a tre generaziono di Sadr per fornire un compendio della Storia dell’Iran, dal feudalesimo all’ascesa dei Pahlavi per arrivare alla rivoluzione del ‘78. La narrazione si frammenta, rinuncia a una cronologia lineare e offre continue digressioni e divagazioni, adottando cosi uno stile che noi europei identifichiamo come ‘orientale’, anche sulla scorta di quelle ‘Notti’ fiabesche che sono evocate dalla prima sequenza nell’harem del bisnonno. Il lato B si avvicina al canonico romanzo di formazione, in cui la protagonista deve fronteggiare molteplici sensi di esclusione, derivanti dalla sua condizione di esule e dal suo orientamento sessuale, fonte di precoci incomprensioni familiari. La materia di quest’opera prima è quanto mai ricca e sfaccettata, miscela abilmente i registri dell’ironia e del dramma. Djavadi si unisce alla ormai numerosa schiera degli scrittori a cavallo tra due culture, racconta un mondo per noi esotico e al contempo ci osserva, parla del nostro modo di vivere, della nostra (in)capacità di relazionarci all’altro. La Storia dell’Iran moderno in fondo è strettamente interconnessa a quella dell’Occidente, alle influenze e alle pressioni più o meno indebitamente esercitate in nome del petrolio e della guerra fredda.
Recensioni
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