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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Vincitore del Prix des Cinq Continents de la Francophonie
Il romanzo racconta esilio, colpa, lutto, perdono, colonizzazione, e il rapporto tra Francia e Ruanda prima e dopo il genocidio. Attraverso magnifiche riflessioni femministe, restituisce alle donne il posto nella storia che si meritano.
«Il genocidio in Ruanda del 1994, in cento giorni furono massacrati un milione di persone nei modi più atroci e barbari, non può essere liquidato come un episodio della guerra civile fra tutsi e hutu. Non solo perché fu uno dei più sanguinosi eccidi del XX secolo, ma anche per le complicità e l’indifferenza dell’Occidente che sono rimaste impigliate nell’aria che respiriamo. Tutto questo emerge nello struggente libro, permeato di poesia, I tuoi figli ovunque dispersi di Beata Umubyeyi Mairesse e nelle sue accorate parole.» - Famiglia Cristiana
Nel 1994 la guerra civile etnica tra hutu e tutsi in Ruanda tocca il suo punto culminante. Due popoli che parlano la stessa lingua e hanno gli stessi usi si scannano senza pietà nell’indifferenza, se non con la connivenza, dell’Occidente. Si calcola che in poco più di tre mesi il genocidio dei tutsi ad opera degli hutu abbia portato alla morte di un milione di persone. Blanche è figlia di uomo francese e di una donna tutsi. Miracolosamente scampata al genocidio, vive in Francia. Il padre è scomparso. Nel 1997, quando torna in Ruanda per la prima volta dopo i massacri, si trova davanti uno spettacolo desolante, un paese devastato, ferite ancora aperte che stentano a rimarginarsi. La casa è stata saccheggiata. La madre è sopravvissuta in modo rocambolesco, ma è sconvolta, quasi non parla. Il fratello, figlio di un altro padre di etnia hutu, ha combattuto nella guerra di liberazione, è passato attraverso gli orrori e il sangue, ha disturbi psichici. Blanche intraprende allora un lungo lavoro di riparazione della famiglia lacerata, un minuzioso rammendo degli affetti, delle cose che sono state taciute e della memoria che lei affronta divisa tra Butare, la città ruandese dov’è nata e cresciuta e dove vive il poco che rimane della sua famiglia, e Bordeaux, dove nel frattempo si è sposata, ha avuto un figlio e lavora come infermiera.
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