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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Il romanzo vincitore del premio Goncourt 2021
Ricco di inventiva, ironico e profondo, La più recondita memoria degli uomini invita a riflettere su cosa debba essere davvero scrivere e sull’importanza vitale della letteratura nella vita dell’essere umano.
«Un libro-mondo, che ci porta a Parigi, Dakar, Amsterdam e Buenos Aires, dove attraversiamo le apocalissi del XX secolo incontrando Borges, Sabato e Gombrowicz». - Télérama
«La più recondita memoria degli uomini è un’indagine, un viaggio affascinante e travolgente attraverso un mosaico di testimonianze, ma anche un viaggio iniziatico». - Libération
«Mbougar Sarr ha costruito un giallo letterario, nel senso che è la letteratura la protagonista, il mistero da risolvere.» - Alessandro Tacchino
Diégane è un giovane scrittore senegalese trapiantato a Parigi, dove cerca di farsi strada nell’ambiente letterario francese e frequenta un gruppo di giovani artisti africani in cui si beve, si fa l’amore e si discute di letteratura. La sua vita subisce una brusca svolta quando, nel 2018, si imbatte nel Labirinto del disumano, un romanzo del 1938 che all’epoca ha fatto scandalo, ma che secondo Diégane è un capolavoro. Sennonché dopo lo scandalo il libro è stato tolto dal commercio e le copie distrutte, inoltre si sono perse le tracce dell’autore, un certo T.C. Elimane, anch’egli senegalese. Diégane si mette allora alla sua ricerca, o meglio alla ricerca della sua storia, che ricostruisce tramite articoli di giornale, incontri con una scrittrice d’avanguardia che vive ad Amsterdam e racconti di quest’ultima che lo portano dalla Francia sotto l’occupazione nazista, al Senegal agli albori della colonizzazione, all’Argentina nella piena fioritura culturale degli anni Sessanta, mettendolo in contatto, diretto o interposto, con una girandola di personaggi, ciascuno in possesso di un frammento della storia di Elimane, che potrà concludersi, come Diégane capisce presto, solo nel Senegal odierno. È un giallo letterario, un romanzo poliziesco in cui non c’è un detective che trova cadaveri e cerca assassini, ma un giovane scrittore che indaga sul mistero di un capolavoro e del suo autore. Ricco di inventiva, ironico e profondo, La più recondita memoria degli uomini invita a riflettere su cosa debba essere davvero scrivere e sull’importanza vitale della letteratura nella vita dell’essere umano.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro misterioso al centro del libro stessi. Non fa per voi se cercate una lettura leggera, sembra più un’opera di esibizionismo letterario. In libro per “lettori veri”, che non hanno pura di impegnarsi per arricchirsi. Inizialmente pesante e prolisso, migliora nettamente nel libro secondo, quando finalmente racconta una storia che tanto ricorda una caccia al tesoro.
Si tratta di un romanzo in cui vita e arte si confondono, si fondono, si scontrano tanto nello spazio quanto nel tempo. Elimane è un personaggio magnetico ossessionato dalla letteratura: questa sua storia è colma d’ interrogativi sul valore, sul senso stesso della letteratura come espressione di sé, come eredità, come prospettiva rivolta per metà al passato e per metà al futuro. Questo è un libro di ricerca. In questa ricerca, mi cimento, anch’io, come lettrice. Il percorso qui è disseminato di tracce, affascinante, quasi ipnotico. Lungo la pista di Elimane succede che “come ogni vita, anche la mia somigliava a una serie di equazioni. Una volta rivelato il grado dell’ equazione, scritti i termini, stabilite le incognite e accertata la complessità, che rimaneva? La letteratura. Restava e sarebbe restata soltanto la letteratura, l’ indecente letteratura, come risposta, come problema, come fede, come vergogna, come orgoglio, come vita.” Per chi vive di letteratura però è indispensabile trovare la propria chiave. L’ autore fa una critica all’ editoria ed un appello agli scrittori africani perché escano dal seminato, dallo stereotipo dello scrittore nero nostalgico, cantore delle origini ad ogni costo: “Inventate la vostra personale tradizione, fondate la vostra storia letteraria, scoprite le vostre forme, provatele nei vostri spazi, fecondate il vostro immaginario profondo, abbiate una terra vostra, perché è l’ unico luogo in cui esisterete per voi e per gli altri.” Penso che ascoltare un appello del genere sarebbe molto utile. Quando leggo scrittori africani, penso che da sempre abbiano una consapevolezza profonda, quasi innata di come funzionino i meccanismi del mondo, che sappiano stabilire con essi un legame intimo, una consapevolezza delle connessioni tra le epoche e le generazioni. Sarr scrive: “Gli uomini che sostengono di fuggire il passato in realtà gli corrono dietro e prima o poi finiscono per raggiungerlo nel futuro.” Auguro a Sarr un futuro luminoso.
Ho lasciato dopo aver letto 3/4 di libro. Onestamente non ho ancora capito cosa stessi leggendo.
Recensioni
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