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Questo libro e' carino ma nulla di piu'. All'inizio l'ho trovato di una lentezza fastidiosa....dopo la meta' ha iniziato ad essere piu' interessante e scorrevole. In ogni caso non piu' di 3 stelle.
Piaciuto
Un libro tenero e commovente che ci parla con un linguaggio semplice di come affrontare il dolore della perdita. È un romanzo certamente indirizzato a un pubblico di lettori giovani perchè mantiene sempre un tono quasi fiabesco e leggero nonostante parli di eventi tristi e dolorosi. Questo legame tra padre e figlio che continua ad essere forte, intenso, indelebile mi ha sicuramente toccato il cuore. Una lettura piacevole.
Recensioni
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“Avrei scelto di vivere una vita sulla terra ben sapendo che all’improvviso mi sarebbe stata strappata via, forse proprio nel bel mezzo dell’ebbrezza della felicità? Oppure già in punto di partenza avrei rifiutato tutto questo gioco azzardato del ‘dai e togli’”?
Come sempre nei romanzi di Jostein Gaarder, il lettore si trova di fronte a un gioco di scatole cinesi oppure, per attualizzare la metafora, alle finestre di un gioco elettronico che procede per livelli successivi. La prima storia è quella del quindicenne Georg, che trova una lettera di suo padre Jan Olaf, defunto dodici anni prima, scritta prima di morire perché il figlio la leggesse in età adulta e potesse conoscere meglio chi gli aveva dato la vita. Si apre così la seconda storia, che è quella dell’amore di Jan Olaf per “la ragazza delle arance”, incontrata casualmente e diventata oggetto di una ricerca che si snoda come una rivisitazione degli antichi romanzi cavallereschi. Ogni successivo incontro aggiunge una tessera al puzzle, ma soltanto quando sarà completato si vedrà che il giuoco dei ruoli era diverso da quanto appariva. Ma il padre non si limita a raccontare a Georg la propria storia d’amore, vuole costruire un dialogo con lui, e fargli condividere la sua passione per il mistero dell’universo: alla fine gli porrà una domanda che può dare un significato non solo alla vita del figlio, ma retrospettivamente anche a quella del padre. Pensa che valga la pena di essere nato, pur sapendo di poter restare al mondo per un periodo che comunque sarà molto limitato? Per facilitargli la risposta, vorrebbe offrirgli la certezza di una sopravvivenza nell’al di là, ma su questo argomento ha soltanto delle ipotesi: “Se c’è il mondo, allora le frontiere dell’improbabile sono già state scavalcate. Sono già così pieno di stupore per il fatto che esista un mondo, che non avrei spazio per altro stupore se dovesse rivelarsi che esiste anche un altro mondo dopo questo.”
La risposta di Georg coinvolge anche il lettore che ha partecipato al gioco: “La vita è una lotteria gigante dove si vedono solo i biglietti vincenti. Tu che stai leggendo sei uno di questi biglietti. Lucky you!”
A cura di Wuz.it
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