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Ottimo libro. Interessante e chiaro.
Novembre 2009, a cura del Ceis Per quanto l’idea di un “manuale” per famiglie e scuole su come prevenire tra i ragazzi comportamenti nocivi e pericolosi sia sempre un rischio (per chi scrive e soprattutto per chi legge), il testo di Vanni, psicopedagogista specializzato in bioetica, è prudente e concreto, misurato e redatto in modo chiaro, ricco di riferimenti bibliografici e sitografici per approfondire, documentarsi, controllare, fare altre ricerche, contattare persone con cui confrontarsi. Non contiene decaloghi, non è mai apodittico nelle affermazioni, punta sulla documentazione a volte con stile giornalistico. Si parla di dipendenze da sostanze legali e illegali, da cellulari e da internet, ecc. Le pagine dedicate a fattori di rischio, danni e comportamenti indotti dal consumo sono le sole a sembrare eccessive per chi ritiene che la droga non sia una questione soprattutto farmacologica e scientifica e tuttavia anche questo genere d’informazione è necessario. Bene fa l’A. a spostare poi l’attenzione sui fattori protettivi e su esempi di prevenzione efficace, con indicazioni e suggerimenti perché famiglia, scuola e altri contesti educativi svolgano un ruolo serio e determinato nella prevenzione. Il testo si divide in tre parti: “Sostanze e nuove dipendenze: il rapimento dei cervelli”, “Come crescere figli sani nella famiglia e nella scuola” e “Come informarsi per combattere le dipendenze”. I vari capitoli (14) sono accompagnati da “inserti”, con un corpo tipografico diverso, destinati specificamente a insegnanti o educatori o allenatori; le agili finestre “promemoria” riassumono i contenuti e favoriscono la puntualizzazione di proposte e consigli. (enzo caffarelli)
"È terribile sentire descrivere come tutto questo brulicare operoso che avviene nella mente di chi sta crescendo possa essere danneggiato e arrestato dall’effetto delle droghe che sempre più entrano nella vita dei ragazzi: i componenti delle sostanze intossicano il cervello, ne modificano il funzionamento biochimico, ne distorcono i processi di comunicazione tra neuroni... A mettere in guardia in questa direzione, oltre ai dati molto chiari delle più recenti indagini riportati in queste pagine, sono anche le parole di Antonello Vanni, educatore, insegnante e autore di Adolescenti tra dipendenze e libertà, scritto per la San Paolo (per cui ha curato anche la documentazione scientifica di un altro testo basilare, Cannabis. Come perdere la testa e anche la vita di Claudio Risé). Il suo è un richiamo alla «necessità di un ritorno responsabile e competente da parte degli adulti a fianco degli adolescenti, in una delicata fase dell’esistenza in cui la capacità di scelta dei propri percorsi, come a un bivio, può diventare decisiva per l’intero progetto di vita». Le sue pagine, da cui ha preso le mosse questo dossier, hanno tra l’altro il pregio di non aggirare un dissidio comune a tante mamme e papà: come conciliare la responsabilità con la libertà dei figli, la competenza e l’attenzione con le richieste di indipendenza? Anzi, lo affrontano di petto prendendo in considerazione proprio le domande dei genitori: come accorgersi che qualcosa non va? Come affrontare certi discorsi con i figli? Come essere credibili quando si danno regole e consigli che in prima persona non si sono seguiti? «A tutti questi interrogativi», spiega Vanni, «si aggiunge la consapevolezza del non essere più, in questa fase di vita dei ragazzi, le uniche figure che possono influenzare i loro comportamenti. Ma, come invitano a fare i risultati di molte ricerche purtroppo di frequente sconosciute in Italia, è decisivo che i genitori non si arrendano di fronte a dubbi e difficoltà. (Famiglia Cristiana, 11/02/09)
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