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La menzogna in politica. Riflessioni sui «Pentagon Papers». Testo tedesco a fronte - Hannah Arendt - copertina
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La menzogna in politica. Riflessioni sui «Pentagon Papers». Testo tedesco a fronte
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La menzogna in politica. Riflessioni sui «Pentagon Papers». Testo tedesco a fronte - Hannah Arendt - copertina
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Descrizione


Nel 1971 il "New York Times" pubblicò alcuni stralci dei Pentagon Papers, documenti segreti del Dipartimento della difesa relativi all'impegno americano nel sud-est asiatico dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta. Lo scandalo al cuore di quella pubblicazione - che precedette di poco la celebre infrazione al Watergate Building, e che inaugurò la grave crisi di legittimità che caratterizzò la presidenza di Richard Nixon - riguardava l'ammissione, da parte degli esperti del Pentagono, dell'assoluta inutilità strategica dell'impegno americano in Vietnam. Che questa ammissione, nota ormai da anni ai più, venisse addirittura riconosciuta - e tenuta segreta - dai governanti statunitensi fu motivo di profonda indignazione nella pubblica opinione. A partire da queste premesse, Hannah Arendt, nel saggio qui proposto in nuova traduzione, riflette sul rapporto fra politica e menzogna. Il saggio, uscito nel 1972 sulla "New York Review of Books", prende in esame le affinità e le differenze fra la menzogna tradizionale - il mentire per ragion di Stato - e la deliberata falsificazione dei fatti per ragioni di "immagine" o di "reputazione". Ben oltre una mera ricognizione sui metodi pubblicitari, manipolatori del consenso e della pubblica opinione, all'opera nelle moderne democrazie di massa, il saggio di Arendt offre una profonda e originale riflessione sulla natura della politica e il suo rapporto con la verità.
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Dettagli

2006
1 gennaio 2006
128 p.
9788821194429

Conosci l'autore

Hannah Arendt

1906, Linden (Germania)

Filosofa tedesca. Formatasi nelle università di Marburgo, Friburgo e Heidelberg, ebbe come maestri Heidegger, R. Bultmann e K. Jaspers.Di origini ebraiche, nel 1933 emigrò in Francia, per poi trasferirsi negli Stati Uniti nel 1940.I suoi principali interessi si sono orientati sull’agire politico, inteso come dimensione pubblica dell’esistenza umana.In "Le origini del totalitarismo" (1951), la Arendt ricostruisce il processo storicoche ha condotto alle dittature europee e alla seconda guerra mondiale; i momenti decisivi di tale processo (antisemitismo, imperialismo e trasformazione plebiscitaria delle democrazie) sono interpretati come effetti di una complessiva de-politicizzazione della cultura moderna."Vita activa" (1958) propone l’e1aborazione in termini filosofici...

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