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Anno edizione: 2002
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Un ottimo libro. Essenzialmente, è un trattato di sociologia, che Sartori spiega benissimo, dando al lettore gli strumenti intellettivi e le conoscenze che gli consentono di capire ciò che è scritto e da cui il lettore può sviluppare dei ragionamenti molto critici sul mito del multiculturalismo propinatoci da giornalisti ed intellettuali da dibattito televisivo, oltre che da una società fortemente omologante come la nostra. Nella prima parte il libro fornisce le basi per ciò che spiega nella seconda parte, la quale prelude a futuri scenari apocalittici, nel caso in cui la politica delle porte aperte ad oltranza e dell'immigrazione illimitata continui. Personalmente consiglio caldamente questo libro a tutti coloro che vogliono capire meglio l'illusione in cui ci stanno cullando e che ci porterà a scomparire, se non cambiamo radicalmente le nostre leggi ed il nostro assetto istituzionale.
Sartori ha scritto, con 15 anni di anticipo, cose che oggi risultano "nuovissime" e per molti ancora poco chiare. D'altra parte, se c'e' qualcuno che lo considera noioso, troppo didattico o "cervellotico" non c'e' da stupirsi se il cosiddetto pubblico dei mass media non si rende conto della situazione sociale anomala che stiamo vivendo e reagisce in modo passivo alle notizie di regime o con reazioni di rigetto violento (sempre suscitate e pilotate dal regime di cui sopra).
Dove sta scritto che un libro debba essere necessariamente "divulgativo"? Da nessuna parte, ovviamente, perciò non ha senso criticare un libro perché non è divulgativo. Ho trovato invece formidabili ed esaustivi gli argomenti di cui Sartori si è servito per demolire i tantissimi luoghi comuni che vanno di moda sul multiculturalismo, sull'integrazione, sullo "ius soli", sul diverso, sul dialogo, sull'apertura, sull'arricchimento prodotto dal confronto, ecc. È vero, Sartori usa un linguaggio professorale e accademico che può risultare un po' ostico, ma che in compenso distingue il suo modo di argomentare dai tanti discorsi da bar dello sport che riducono anche gli argomenti seri e complessi in semplici frasi fatte e in luoghi comuni. Se vogliamo trattare un argomento in modo serio dobbiamo rassegnarci all'idea che un minimo di sforzo intellettuale e di studio non può essere evitato.
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