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Un bellissimo libro, che ha riscosso un buon successo di vendite in Germania. Se tutti i vescovi fossero come Monsignor Marx, ci sarebbero più cristiani. Consiglio la sua lettura insieme al libro di Jean Ziegler, La fame nel mondo spiegata a mio figlio, recentemente riedito (costa poco, tra l'altro).
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Conclusasi, con l'avvento di Giovanni Paolo II, l'esperienza della Teologia della liberazione in America Latina, sembrava che il confronto tra mondo cattolico e marxista, che dagli anni sessanta aveva animato l'intellighentia progressista, si fosse esaurito. Il papa venuto dall'Est pareva poco propenso a comprendere le istanze di giustizia di alcune regioni del mondo, temendo che queste si saldassero con i movimenti di protesta socialista. Ma le contraddizioni indotte dalla globalizzazione, che hanno portato alla nascita di un movimento mondiale no global (movimento che ha visto fianco a fianco esponenti della sinistra e del mondo cattolico), hanno indotto un nuovo interesse per il pensiero di Marx, evidente nella pubblicazione nel 2008 in Germania del libro di Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga.
Nel testo il prelato riconosce i meriti dell'analisi marxiana del capitalismo e conviene che la tendenza alla globalizzazione economica è "effettivamente immanente al capitalismo"; verifica poi che si è realizzata la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, mentre la maggior parte dei popoli vive in condizione di indigenza. Ciò non significa, come prospettava il filosofo del XIX secolo, che il capitalismo sia destinato ad autodistruggersi, né l'arcivescovo si augura che ciò accada, perché non ritiene che al di fuori dell'economia di mercato si possano creare i beni necessari agli abitanti del pianeta. Soprattutto non crede che la socializzazione dei beni e dei mezzi di produzione possa essere una soluzione, perché dove tale esperimento si è realizzato l'esito è stato catastrofico.
Reinhhard Marx rivendica la critica cattolica al capitalismo, che ebbe inizio nel XIX con von Ketteler, il sacerdote contemporaneo di Marx ed Engels che non aveva mancato di attaccare il capitalismo sfrenato, e che senza voler abolire il sistema di economia di mercato aveva auspicato il suo sviluppo in senso sociale. L'arcivescovo rintraccia nelle encicliche sociali, dalla Rerum novarum alla Centesimus annus, i principi e i modelli di un diverso modo di intendere il rapporto tra capitale e lavoro, che ha come obiettivo il bene della comunità; ma soprattutto prospetta una possibile alleanza tra socialismo e cristianesimo, per conseguire gli obiettivi comuni della dignità del lavoro, dell'istruzione e della responsabilità delle imprese.
Il tema della critica al capitalismo, dopo le recenti crisi internazionali, ha preso nuovo vigore, e il filosofo Ernst-Walfgang Böckenförde ha pubblicato nel maggio del 2009 un saggio tradotto dalla rivista "Il Regno" in cui sostiene che i principi su cui si basa il sistema capitalistico ormai non reggono più e che i recenti eventi hanno messo in evidenza i fondamenti disumani del sistema. Anche questo intellettuale tedesco ritiene che Marx avesse ragione e che ora tocchi alla chiesa raccogliere il testimone della lotta contro le ingiustizie. I problemi sociali non si possano più eludere, e anche papa Benedetto XVI, che in passato aveva mostrato poco interesse per tali questioni, con la pubblicazione della Caritas in veritate ha dovuto spostare si spera non momentaneamente l'attenzione dai problemi della morale a quelli della disuguaglianza sociale.
Daniela Saresella
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