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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2010
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Storia personale della gestazione e aborto spontaneo. Il romanzo illumina il lettore sul pensiero della Fallaci sul rapporto uomo donna, sulla necessità di affermazione nel mondo che pure sembra non piacere. Una donna istaura un dialogo con il bambino che ha in grembo. Prima delicato e amorevole ma poi via via sempre più conflittuale. Man mano che la gestazione va avanti e si presentano dei momenti di controllo e le nausee o altri fastidi la protagonista esprime una insofferenza. Non accetta che questa situazione non permetta di vivere esattamente come prima basandosi dell’affermazione che la gestazione “non è una malattia” e che quindi LEI non deve modificare niente del suo vivere. Ci sono passaggi di orgoglio femminile sul volere mantenere il bambino quando altri suggeriscono l’aborto. Poi la protagonista si ribella alle modalità di vita di una gestante e decide, anche in presenza di una gravidanza problematica che si manifesta, di non limitarsi e intraprende un viaggio di lavoro che poi si rivela fatale per il feto.. Discetta e non accetta che la gestazione sia solo della donna. Dimostra una immaturità e una non accettazione di se come appartenente all'universo femminile. Cerca in tutti i modi di giustificare la sua scelta con processi e analisi interiori e della società crudele che assegna alla donna il compito di gestazione. Il libro scopre il carattere di Oriana che nella sua vita ha voluto dimostrare, prima a se stessa che agli altri, che una donna non è meno di un uomo. Ma la persona che ha questo assillo considera se stessa come minore già in partenza e entra in guerra con il mondo.
Il primo libro della Fallaci per me, l'ho trovato struggente ma delicato al tempo stesso. La scrittura è tagliente, ma anche elegante. È un flusso di coscienza che scorre, doloroso ma necessario. Ancora attuale e proprio per questo ancora devastante. Lo consiglio!
Stile scorrevole e parole toccanti, decisamente da leggere.
Recensioni
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