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Le mie 3 stelle sono date semplicemente dalla media delle 5 stelle per l'importanza dell'argomento trattato, contrapposte a 1 stella dovuta all'abilità divulgativa dell'autore. Devo dire con rammarico che non sono riuscito a portare a termine la lettura a causa del modo freddo e distaccato e in forma accademica di scrivere che ricorda più un testo scolastico-universitario dedicato a studenti piuttosto che un testo di divulgazione dedicato a un pubblico più ampio. L'autore è sicuramente un'autorità per riguarda la Storia del confine nord-orientale ma ritengo che la lettura dovrebbe essere un piacere e questo libro per quanto mi riguarda non raggiunge questo obbiettivo.
Il testo tratta soprattutto dei risvolti politici che caratterizzarono le zone di confine tra Italia e Jugoslavia,i rapporti tra le due popolazioni,le persecuzioni e l'esodo che gli italiani subirono durante e dopo la seconda guerra mondiale,con la connivenza di una parte del Pci. La tragedia delle foibe è solo accennata.
Un testo ben fatto. Accurato nella ricostruzione storica e che cerca di mantenere un giusto equilibrio tra le fazioni che l'affrontare questa tematica fa nascere. L'uso politico che è stato fatto dell'esodo - ridotto nella pubblicistica destrorsa - alle foibe non ha permesso di analizzare a livello pubblico con la dovuta distanza un fenomeno storico la cui narrazione troppo spesso viene ridotta alla memoria di chi ha vissuto la tragedia dello sradicamento dalla propria terra. Storia e memoria sono due cose diverse e il dramma tragico di chi ha vissuto quegli eventi e di fronte al quale non si può che avere rispetto e attenzione, non può sovrapporsi all'indagine storica - e qui esprimo una mia soggettiva considerazione - che ricostruisca la violenza della dominazione fascista in quei territori e la violenza politica titoista e al dato di fatto spesso trascurato che l'Italia fu trattata alla conferenza di pace che la privò di quella parte del suo territorio da paese aggressore e sconfitto qual'era.
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