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Libro molto interessante che descrive le usanze culinarie degli ebrei, durante le feste religiose e non, o in base al luogo in cui vivevano. Spiega l’utilizzo della tecnica Kasher per la realizzazione di alcuni alimenti e quali animali erano prediletti rispetto ad altri. Nella parte finale del volume si possono trovare delle ricette tipiche della tradizione culinaria ebraica.
Dai libri degli inquisitori che interrogavano i "marrani" sull'alimentazione ai piaceri della gola di Casanova con la sua amante ebrea che consumava il foie gras, prelibatezza perfettamente ebraica molto amata da Casanova, fino ad arrivare alla carne mistica del Leviatano come la bottarga, un pesce salatissimo amato dal cabalista italiano Kiddah del XVIII secolo , che la paragonava al cibo messianico dell'Olam ha-Ba cioè del mondo a venire: è il percorso del libro di Ariel Toaff che raccoglie il variegato menu della tavola ebraica attraverso i secoli. Già oggetto di curiosità fra gourmet e golosi ben oltre i confini della stessa comunità ebraica. Mondano, camaleontico, personalità alquanto eclettica, ironico, Ariel (nome angelico che in ebraico significa "Leone di D-o") racconta il suo lavoro epicureo "perché di angelico ha veramente ben poco". Durante il suo anno sabbatico ha spulciato tra biblioteche e carmi conviviali concludendo che il segreto della tradizione culinaria ebraica non è legata soltanto alla kasherut, ovvero alla purezza dei cibi, ma è un modo di mangiare indipendente, risultato di una ricerca culturale attraverso i secoli. Scopre per esempio che nei processi del Cinquecento, gli inquisitori interrogavano i "marrani" cioè gli ebrei convertiti sulla loro alimentazione. Bastava una preferenza per la carne ed il prosciutto di oca , l'alternativa valida al maiale "taref" (impuro), per finire al rogo.
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