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Lo spostamento dalla teologia alla filosofia della storia è stata pericolosa nel Novecento. Servono, tra altro: tempo e pazienza per capire e per costruire programmi, ma occorre anche immaginazione e creatività e altresì far convergere l'opinione, perchè la sola indignazione è facile, gli araldi della disperazione non mancano mai (tutte cose difficili da praticare per un italiano).Lo studio del clima come separazione fra scienza e politica? Il marxismo concepito come scienza? Dio è con noi? La convinzione di possedere tutte le risposte è mortalmente pericolosa sotto vari profili. Lo storicismo da strapazzo (in autobiografie e libri) giustifica tutto ed elimina le categorie dell'errore e della colpa. Riflettiamo: "quando uno scienziato dice qualcosa, i suoi colleghi si chiedono se quello che ha detto è vero, quando un politico dice qualcosa, i suoi colleghi si chiedono "Perchè mai lo ha detto?"... Serve una varietà irriducibile alla unità ed ogni età ha una sua specifica episteme, non servono quindi modelli generali che considerino tutte le variabili, bensì esplorare pezzi o singoli problemi. Per l'A. è vero che le poco prevedibili nuvole si contrappongono ai prevedibili orologi: quindi poniamo un freno alle facili illusioni e alle speranze eccessive. Va accettata l'idea di una "necessaria congiunzione di pace, autorità e forza" (educazione alla realtà?) smettendo di sperare che sparisca il peccato originale del cristianesimo, il "legno storto dell'umanità"(Kant), le pulsioni aggressive e distruttive (Freud) l'aggressività animale (Wilson), diffidando di buonismo e perdonismo, e, ... accettando che l'uomo ha dentro di sè "il piacere di odiare e di distruggere"(carteggio Einstein-Freud). In conclusione, si può "continuare a vivere con una sopportabile dose di angoscia" e si può "perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto" (Benedetto XVI). Libro chiaro, saggio.
"Il cammino della storia non è quello di una palla da biliardo, che segue una inflessibile legge causale; somiglia piuttosto a quello di una nuvola, a quello di chi va bighellonando per le strade, e qui è sviato da un' ombra, là da un gruppo di persone o dallo spettacolo di una piazza barocca, e infine giunge in un luogo che non conosceva e dove non desiderava andare". Senza speranze, smisurate speranze o ragionevoli speranze? Paolo Rossi in questo volume lucido ed essenziale cerca di rispondere ai dubbi sul nostro futuro. Lettura salutare.
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