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Nel libro del fisico e insegnante di storia e filosofia della scienza Thomas S. Kuhn “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” e in “Le rivoluzioni scientifiche”, ci viene spiegato il modo in cui lavora e trasforma le sue credenze la comunità scientifica: la comunità scientifica condivide infatti un insieme di credenze in base alle quali viene implicitamente stabilita la distinzione tra cosa è scienza e cosa non lo è, quali problemi sono pertinenti e quali non lo sono. A caratterizzare i momenti di rottura è il fatto che la comunità scientifica cambia in maniera brusca il proprio modo di guardare il mondo e di attribuirgli significato, cambia il proprio paradigma. Se durante la fase normale gli scienziati si dedicano prevalentemente a un’attività che consiste nel cercare soluzione ai problemi nell’ambito di teorie consolidate, fermamente convinti che prima o poi la soluzione si troverà, nella fase rivoluzionaria tutto ciò non basta più. Pressati dalla scoperta di anomalie, cioè dalla scoperta che la natura in un certo modo viola le aspettative suscitate dal paradigma che regola la scienza normale, alla fine gli scienziati concepiscono un nuovo modo di guardare il mondo e i suoi problemi. A questo punto inizia daccapo una fase di scienza normale che si modella sul nuovo paradigma e che dà avvio a un’altra fase cumulativa sino alla comparsa di nuove anomalie che possono essere eliminate soltanto con una ulteriore fase rivoluzionaria e così via. Il passaggio dal paradigma pre-rivoluzionario al paradigma post-rivoluzionario viene descritto come una vera e propria conversione, mentre dogmatico è il comportamento dello scienziato nelle fasi di scienza normale.
Si tratta della traduzione di un breve saggio pubblicato nel 1987 (quindi 25 anni dopo l'uscita del classico "The Structure of Scientific Revolutions", non quasi venti anni dopo, come si dice nell'introduzione al volume). Il numero di pagine (74) non inganni, sono piccole e ariose, com'è tipico di questa graziosa collana della casa editrice e think tank bolognese. Il Mulino offre al pubblico questo volumetto come se si trattasse di un'introduzione facilitata alla celebre teoria di Kuhn; non lo è (v. gli esempi sulla pila di Volta e la radiazione da corpo nero) ed il rappresentante medio del "grande pubblico" se ne accorgerà. Si tratta in realtà di un saggio che, pur essendo scritto in modo trasparente - Kuhn è un autore complesso ma non impervio - segna una tappa non trascurabile nello sviluppo del suo pensiero; di tutto ciò si dice nell'introduzione snella ed efficace di Paola Dessì.
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