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scheda di Griffo, M. L'Indice del 2000, n. 03
Più che un libro di filosofia della politica questo di Will Kymlicka si può definire un libro di filosofia della policy o di una policy; è volto cioè a indagare i fondamenti concettuali di una specifica misura politica. Convinto che le nostre società saranno sempre più portate a confrontarsi con le minoranze etniche, razziali e culturali, l'autore, pur dichiarandosi liberale e convinto assertore dei diritti individuali, ritiene che vada esplorata anche la possibilità di garantire diritti speciali alle minoranze etniche e nazionali presenti all'interno di ciascuno Stato.
Per quanto sempre cauto nell'argomentazione e moderato nelle proposte, il tentativo di Kymlicka non ci appare del tutto convincente, sia per la limitatezza delle parti propositive, sia per la scarsa considerazione di aspetti essenziali di una visione liberale dei rapporti sociali. Si veda la lunga argomentazione sull'opportunità di concedere diritti di rappresentanza a minoranze interne a uno Stato nazionale, che non riesce a tradursi, poi, in una proposta articolata. Né gli esiti della sua riflessione sono sempre così neutri e anodini. Discutibile e anzi pericolosa ci appare l'idea che di fronte a violazioni dei diritti individuali di componenti di minoranze etniche nazionali non siano auspicabili "ingerenze coercitive legittime" e che siano sufficienti pressioni esterne per ottenere "riforme interne", che sono "le forme più durevoli di liberalizzazione". Se è possibile concordare con quest'ultimo principio, infatti, rinunciare alla tutela (anche con mezzi coercitivi) dei diritti individuali per un malinteso rispetto delle differenze culturali di minoranze appare un'indebita abdicazione ai diritti dell'individuo.
Più in generale, infine, ci sarebbe piaciuto veder riconosciuto il valore liberante che l'integrazione e l'universalismo dei diritti individuali hanno svolto storicamente. Pur con queste riserve il libro offre comunque un'occasione di riflettere su di un tema attuale e di farlo cercando di ancorarsi a principi liberali, il che è comunque un merito da non sottovalutare.
Maurizio Griffo
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