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Originale e intenso
Juliàn è un sopravvissuto a Mathausen e fa parte di un'organizzazione che dà la caccia ai nazisti sfuggiti alla legge. Durante le sue investigazioni, conosce Sandra una giovane incinta ospite di Karin e Fred, due apparentemente innocui vecchietti sulle cui tracce però è Juliàn. Il libro scorre veloce, nonostante sia un bel tomo, e si legge davvero in poco tempo. Ho trovato la trama ben costruita, grazie all'alternanza delle due voci dei protagonisti, ed è evidente la crescita del personaggio di Sandra, da ragazzina timorosa e senza scopo ad adulta consapevole di sé e del suo posto nel suo mondo. La suspence cresce pian piano e la paura si insinua in Sandra poco alla volta che la trasmette a noi. Il finale (poco apprezzato da molti perché troppo raffazzonato e ovvio) l'ho trovato corretto... spesso leggendo ci aspettiamo che il bene vinca sempre sul male, che ci sia una soluzione a tutto. Ma non è così. Molto spesso si arriva ad una soluzione in maniera naturale e le cose finiscono in un certo modo semplicemente perché sì. La scrittura semplice dell'autrice è perfetta all'interno della storia. A quanti di noi è capitato di innervosirci perché solo a posteriori avremmo voluto fare o dire determinate cose in una situazione, ma in quel momento non ci siamo riusciti? Il libro mi è piaciuto ed ha acceso in me la curiosità di saperne di più sul periodo nazista. Secondo me quando un libro ti porta ad approfondire un argomento, direi che ha raggiunto il suo scopo.
Squisito, ma senza pretese
Recensioni
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Lo que esconde tu nombre, quello che il tuo nome nasconde: il titolo originale del libro di Clara Sánchez suona oscuramente minaccioso, a differenza di quello in italiano, “Il profumo delle foglie di limone”. Molto più adeguato alla trama del libro: la caccia a due criminali nazisti che si nascondono dietro l’innocuo aspetto di anziani turisti che si scaldano le ossa al sole delle spiagge spagnole.
Ci sono due voci narranti nel romanzo, le voci di due personaggi lontani l’uno dall’altro per età, sesso, esperienze di vita.
Julián è un uomo anziano scampato ai campi di concentramento nazisti, dove era stato internato come prigioniero politico. Ora vive a Buenos Aires. Arriva nel paesino spagnolo perché ha ricevuto una lettera dall’amico Salva, suo compagno a Mauthausen, adesso in una casa di riposo sulla costa spagnola. Dentro la lettera c’era un ritaglio di giornale con una foto di due membri della comunità norvegese in Costa Blanca. L’uomo e la donna della foto sono invecchiati rispetto a come li ricorda Julián, ma perfettamente riconoscibili: sono Fredrik e Karin Christensen che continuano a riapparire negli incubi di Julián e di Salva.
Sandra è poco più che trentenne, un anellino al naso, ciocche rosse nei capelli. È incinta, ma non è certa di voler sposare il padre del bambino. È venuta a stare per un po’ di tempo nel villino estivo della sorella. Un giorno accusa un malore sulla spiaggia, e viene soccorsa da Fredrik e Karin.
Inizia così un’amicizia improbabile tra la giovane Sandra e quelli che fanno di tutto per presentarsi come “nonni sostituti”.
I vantaggi per Sandra sono evidenti: la villa dei norvegesi è splendida; lei viene pagata per fare la dama di compagnia della vecchia Karin; inizia a fantasticare di poter diventare l’erede dei due vecchi.
Gli scopi dei Christensen nel coltivare l’amicizia della spagnola sono molto più ambigui; ad un certo punto nella mente di Sandra affiora il ricordo del film Rosemary’s baby…
È chiaro, a questo punto, che Sandra, nella sua ingenuità (diciamo pure nella sua ignoranza), può diventare un aiuto inconsapevole per Julián, che sente di avere il dovere di proseguire da solo nella caccia ai nazisti, seguendo la traccia dell’amico Salva che è morto prima che lui arrivasse.
Pur sentendosi in colpa, Julián sfrutta l’intimità che Sandra ha con gli ex aguzzini (un criminale può mai diventare un ex criminale?), fa di lei la sua infiltrata, la mette più di una volta in situazioni pericolose per ottenere prove certe che i Christensen siano veramente le persone che lui pensa; per verificare che non siano i soli nazisti che si sono rifatti una vita al sole godendo scopertamente delle ricchezze rubate alle loro vittime.
Il profumo delle foglie di limone ha un ritmo velocissimo, è impossibile interromperne la lettura, presi dalla curiosità di sapere cosa stiano tramando i vecchi nazisti e quale sia la composizione delle fiale che si iniettano, con il fiato sospeso per i rischi che corre Sandra nella sua incoscienza, seguendo le orme di Julián che ormai non si accontenta più di aver trovato “solo” due vecchie conoscenze e che diventa un altro “nonno sostituto” per l’amabile Sandra (la quale pare conoscere molto poco la storia d’Europa nel ‘900).
Il lettore più sensibile, tuttavia, può finire per risentirsi un poco nell’essere letteralmente irretito dalla narrazione.
Perché una parte lucida della sua mente avverte che la vicenda dei cacciatori di nazisti sfrutta la fascinazione del Male che si è attuato nel modo scientificamente programmato che sappiamo, e fa sembrare una eccitante avventura la ricerca dei colpevoli
A cura di Wuz.it
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