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Una donna viene assassinata con una bottiglia di champagne. I sospetti ricadono sulle persone presenti alla festa data dalla sfortunata vittima la sera stessa della sua morte. Il detective privato Pepe Carvalho, attirato dalla notizia apparsa sui giornali, si offre ai sospettati dell'omocidio come un professionista che possa sostenere gli alibi indagando in paralello alla polizia. Incontrerà personaggi enigmatici ed affascinanti intuendo la soluzione dell'omicidio nel suo vagare tra le strade di una Barcellona descritta magnificamente. Verrà strappato alla sua quotidianità da un telegramma di una amica che rischia la morte inseguita dalla malavita di Bangkok. Si troverà alle prese con un esasperante inseguimento che lo porterà nei posti più sperduti della Thailandia ... E' il primo libro che leggo di Montalban e devo dire che è stata una piacevole sorpresa con le sue descrizioni e la sua ironica malinconia. Uno scrittore che sa scrivere bene e non lo nasconde. Un giallo con sfumature da noir, un libro molto denso e piacevole.
Un libro molto avvincente, un piatto ricco e molto speziato, Montalban sa mescolare ingredienti molto saporiti e confeziona una pietanza che non puo non piacere, da gustare finoi alla fine, imperdibile per chi ama il .. Pepe
E' il mio 4° romanzo con pepito, e rimane al livello degli altri, molto buono. Ma se nel centravanti e più ancora nel Premio, manuel dimostra di essere un innovatore oltre che un ottimo giallista portando il genere da pura evasione a strumento di critica del mondo troppo globalizzato ormai, nei mari del sud e qui, scritti anteriormente ai due sopra citati, non riesce compiutamente a creare intrecci eccezionali. Tuttavia pone in essere delle detective story di tutto rispetto che trovano la loro forza nello sguardo disincantato sul mondo consumistico in divenire sempre più caotico, ed in un personaggio fortemente contrapposto alla decadenza morale in atto. Più vicino a Chandler che ad Ellroy o Connelly, anche se Conan Doyle e Simenon vanno scomparendo pur rappresentando la base del giallo.
Recensioni
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(recensione pubblicata per l'edizione del 1990)
recensione di Rossi, R., L'Indice 1991, n. 2
Importanti supplementi letterari da qualche tempo dedicano un'intera pagina ai "gialli di qualità" che vanno uscendo nel mondo. Nel caso di Manuel V zquez Montalb n (di cui in Italia sono già usciti "Un delitto per Pepe Carvalho", Editori Riuniti, 1982; e "Assassinio al Comitato Centrale", Sellerio, 1986), si tratta proprio della ripresa dell'intero schema del romanzo giallo, con relativa invenzione del detective che ritorna in tutti i titoli della serie; anche se - come nel caso di Simenon o di Chandler o di Hammett - i suoi gialli hanno ambizioni che vanno al di là del puro libro di evasione. Il modello più vicino è dunque quello del romanzo 'hard-boiled' statunitense, da cui è ripresa, con i correttivi che vedremo, la figura del detective duro e indipendente, cinico e sentimentale, in lotta con una società violenta e corrotta.
"Gli uccelli di Bangkok" si colloca in una serie che inizia nel 1970 con "Yo maté a Kennedy", racconto paradossale dove il detective Pepe Carvalho, ex membro del partito comunista spagnolo e agente della Cia (due correzioni ironiche dello schema chandleriano, autobiografica la prima), si destreggia tra casa Kennedy, Pentagono e spionaggio internazionale. Nei romanzi successivi Montalb n ha applicato altri correttivi al suo detective, come il gusto per la gastronomia, che gli permette di introdurre importanti variazioni e alleggerimenti in linea con quella tendenza al 'pastiche' che anche in Spagna è oggi assai forte; mentre si è via via accentuata la critica sociale e politica.
Nasce così il Pepe Carvalho di questo ultimo romanzo. Con il suo assistente-scudiero Biscuter, con la "dama dei suoi pensieri", Charo, con il suo ufficio vicino alle Ramblas nel cuore del Casco Antiguo di Barcellona. E molte ricette di cucina, più saporite e complesse che nei romanzi di Rex Stout. Montalb n aggiunge vari ingredienti oggi di moda come la relazione lesbica da cui trae origine il delitto, così come riprende la satira degli ambienti imprenditoriali catalani con le loro case nell'Ensanche, quartiere consacrato dal romanzo spagnolo della seconda metà del Novecento (vi sono ambientati "Nada" di Carmen Laforet, del 1945, e "La città dei prodigi" di Eduardo Mendoza, del 1986).
La vicenda è anticipata da una immagine hitchcockiana: uccelli a riposo sui fili elettrici, che richiamano alla memoria di Carvalho "gli uccelli di Bangkok", la stessa immagine su cui si chiude il libro. Un'amica occasionale, di Barcellona, gli telefona da Bangkok dicendogli che la vogliono uccidere e chiedendogli aiuto.
Questo pretesto consente a Montalb n una descrizione di Bangkok degna della sua penna di brillante 'columnist': con una satira feroce delle coppiette di "bottegai in viaggio di nozze" che si lasciano trascinare in oriente alla ricerca di emozioni. Tra le pieghe della vicenda, Montalb n insinua una critica della società spagnola "democratica" (la vicenda si svolge nel 1982, in contemporanea con le elezioni che videro l'affermazione con maggioranza assoluta del Psoe) e la passione per Barcellona, descritta in modo indimenticabile.
C'è da dire infine che in questo romanzo Montalb n letteralmente monta pezzi interi di un suo romanzo del 1985, "El pianista" (ambizioso romanzo storico di cui è annunciata la pubblicazione in Italia), in un diverso contesto. Vàzquez Montalb n ha addirittura sostenuto, in un suo articolo su "Insula", che i suoi romanzi gialli sono serviti a rimettere in marcia la capacità di affabulazione, bloccata in Spagna dagli eccessi sperimentalisti degli anni settanta.
Il traduttore si è misurato molto bene con un ricco impasto linguistico, tra gerghi intellettuali e femministi, lessico gastronomico. Peccato che cada talvolta nella trappola di quelli che in linguistica si suole denominare "falsi amici": e cioè i lemmi che hanno significante simile e significato diverso, quando non opposto come in quel "claustro" di pagina 79 interpretato come "chiostro" mentre significa "facoltà". E non lo rilevo per il gusto di "beccare" un errore (ché quelle trappole ce le abbiamo tutti davanti ai piedi, e lanci il primo strale chi non ci è mai caduto), ma per il gusto di scherzarci su; altrimenti il traduttore rischia di sparire in queste recensioni di libri che, come questo, egli ha magistralmente e faticosamente riscritti.
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