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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
mi associo con chi scrive che è il libro più brutto che ho letto.
Una distopia interessante unita ad una scrittura scorrevole e ricca di suspense. Una bellissima lettura che può riempire momenti di spensieratezza e tempo libero.
Uno dei libri più brutti mai letti. Inconcludente, senza capo né coda...non ci perdete tempo
Recensioni
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In una Sicilia diventata un’immensa rovina, un racconto crudele e distopico con protagonista Anna. Un’adolescente cocciuta e coraggiosa. Un personaggio unico.
Negli ultimi quattro anni di vita Anna aveva sofferto e superato dolori immensi, folgoranti come l’esplosione di un deposito a metano e che le stagnavano ancora nel cuore. Dopo la morte dei suoi genitori era precipitata in una solitudine così sconfinata e ottusa da lasciarla idiota per mesi, ma nemmeno una volta, nemmeno per un secondo l’idea di farla finita l’aveva sfiorata, perché avvertiva che la vita è più forte di tutto. La vita non ci appartiene, ci attraversa. La sua vita era la medesima che spinge uno scarafaggio a zoppicare su due zampe quando è stato calpestato.
È un racconto crudele e distopico, di una potenza inaudita, questo nuovo romanzo di Niccolò Ammaniti con protagonisti i bambini. Il capitolo più intenso e immaginifico della sua produzione, visto che si porta dietro un mare di suggestioni. Dall’atmosfera apocalittica de La strada di Cormac McCarthy, al graphic novel Orfani di Roberto Recchioni e Emiliano Mammucari, passando dalla Trilogia della città di K. di Agota Kristof e il suo Grande quaderno. I protagonisti di tutte queste storie sono bambini che sopravvivono, in qualche modo, a volte lottando in maniera selvaggia. E forse è proprio questa l’unica storia che, oggi, valga davvero la pena di raccontare.
Siamo nella Sicilia del 2020 e il mondo è stato devastato da un Virus letale, “la Rossa”, che dal Belgio si è propagato in tutta Europa uccidendo in breve tempo tutti gli adulti. Gli unici immuni alla malattia sono i bambini, almeno fino alla pubertà, dopo di che sono destinati a perire anche loro, ridotti a scheletri, afflitti da pustole e scossi da una tosse malsana. A quattro anni dalla scomparsa degli adulti, che ne è del mondo? Anna ha 13 o 14 anni e ricorda il mondo com’era prima: un posto tranquillo in cui si poteva guardare la tv e uscire a comprare una pizza. Oggi invece è semi desertico. Pochi mesi dopo la comparsa del Virus, la Sicilia nord occidentale è stata devastata da incendi ed esplosioni, restituendo agli orfani supermercati sventrati in cui cercare della merce scaduta, tappeti di autostrade malferme percorse per centinaia di chilometri da altri bambini semi nudi e affamati, case abitate da scheletri mummificati di uomini e animali rapaci che si cibano dei resti.
Nella lotta all’ultimo sangue tra Anna e un grosso cane maremmano inferocito, addestrato per uccidere, vince Anna. Lui, il cane, ha passato la sua vita legato a una catena vessato da un padrone che voleva farlo diventare sanguinario; lei, Anna, ha visto morire suo padre e sua madre, ha visto andare tutto in rovina e sta cercando con tutte le sue forze di sopravvivere per non lasciare da solo Astor, suo fratello di quattro anni. Anna è libera, coraggiosa, sopporta sulle sue spalle tutti i dolori del mondo. Ma la vita è più forte di lei. Non le appartiene, la attraversa da parte a parte trascinandola avanti. Quando Astor viene rapito dai bambini blu, un gruppo di disperati che sperano di salvarsi adorando un feticcio, Anna diventa improvvisamente grande.
Niccolò Ammaniti scrive con intensità un romanzo distopico di formazione che mortifica le nostre utopie e ci sbatte in faccia tutti i paradossi del progresso. Era proprio necessario? Sì, poiché la storia di Anna è forse il “Non ora e non qui” che stavamo cercando nella letteratura. Ma è anche una lettura che alimenta incubi piuttosto che sogni, un’evasione che rovesciando ed estremizzando le nostre paure le dissolve in una nube sulfurea, strizzandoci il cuore.
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