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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Romanzo breve, scorrevole e ben congegnato. La trama, cinematografica, è molto semplice e lineare e anche il finale piuttosto scontato, rispecchia la storia. Da leggere senza pretese per ammazzare il tempo in qualche sala d'attesa.
Non sono un'amante dei noir ma Jo Nesbo con questo libro mi ha fatto innamorare. Il protagonista davvero ben studiato, un personaggio molto particolare e sicuramente diverso dai soliti killer. Quando inizi non vedi l'ora di arrivare alla fine, da leggere tutto d'un fiato.
Scarso sia per il contenuto che per il prezzo eccessivo. Dopo aver letto le 600 pagine di Macbeth, ben scritte ma farneticanti (come lo è la tragedia del Bardo) qui sembra di leggere la tesina di uno studente di quinta ginnasio, di Oslo naturalmente, con delle punte di violenza ben lontane da Nesbo, che peraltro io non amo particolarmente . Introspezione psicologica? Ma per favore!!! Adatto alla lettura in metropolitana pure nelle ore di punta.
Recensioni
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Mi sentivo come se fossi seduto a un tavolo da poker insieme a quattro giocatori che non sapevano perdere, armati di tutto punto e diffidenti per natura. E mi erano stati appena serviti quattro assi. A volte le belle notizie sono talmente belle da essere brutte.
«Dunque. Riassumendo, possiamo metterla così: non riesco a guidare piano, sono tenero come il burro, mi innamoro con troppa facilità, perdo la testa quando mi arrabbio e sono una frana in aritmetica… Non devo guidare, uccido per lo più il genere di uomini che se lo merita e non devo fare calcoli complicati. Non avevo dovuto fino ad allora, almeno». Così, candidamente, si descrive Olav, il killer dislessico e dal cuore tenero protagonista dell’ultima fatica dell’amato crime novelist Jo Nesbø, Sangue e neve.
Olav, Il nome di un re, il cuore di un cavaliere, il lavoro di un assassino. O, meglio, liquidatore. Ma cosa succede se il capo del liquidatore gli chiede di liquidare sua moglie? E cosa succede se il liquidatore si innamora della vittima?
In contemporanea mondiale, l’ultimo thriller del maestro dei maestri. Dopo il successo de Il Confessore, Jo Nesbø non delude le aspettative dei lettori affamati di crime, che sono – giustamente – sempre più alte.
Siamo in una Oslo innevata, avvolta da atmosfere ovattate, inquadrata da immagini di purezza cristallina, una Oslo del 1977, in cui la neve tutto copre, tranne il sangue. Si apre con inizio sfolgorante (ma, d’altra parte, Nesbø non ci ha abituati così?), una sottile – e inaspettatamente – divertente ironia pervade tutta la lettura.
Una lettura che si preannuncia veloce, quasi famelica, alla forsennata ricerca di risposte che, da vero maestro, l’autore ci fornisce pian piano, col contagocce, dosandole sapientemente con nuove domande; e così via verso un turbinio di colpi di scena, di inaspettati rivolgimenti, di dialoghi brillanti e densi di sottintesi, di atmosfere surreali eppure così credibili da sembrare vere, vicine.
Un thriller carismatico, un protagonista che dispiace lasciare a lettura terminata, un intreccio a cui la memoria torna, degno di quello che l’autore è: uno dei più grandi scrittori di noir contemporanei.
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