Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 33 liste dei desideri
Più lontano ancora
10,73 €
-45% 19,50 €
10,73 € 19,50 €
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libraccio
10,73 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Libraccio
10,73 € + costi di spedizione
Usato
Aggiungi al carrello
Chiudi
Più lontano ancora - Jonathan Franzen - copertina
Chiudi

Promo attive (0)

Chiudi
Più lontano ancora

Descrizione


Nel Pacifico meridionale, a ottocento chilometri dalla costa del Cile, c'è un'isola vulcanica dalle inaccessibili pareti verticali, lunga undici chilometri e larga poco più di sei, popolata da milioni di uccelli marini e da nessun essere umano. Si chiama Masafuera, "più lontana". Spinto da quell'inquietudine che solo certi viaggi riescono a placare, Jonathan Franzen, qualche mese dopo l'uscita di "Libertà", decide di raggiungere Masafuera e trascorrervi alcuni giorni. Insieme a lui soltanto una tenda, un GPS presto inutile, una copia di Robinson Crusoe e le ceneri di un amico morto suicida. Nella solitudine, non priva di avventurose e quasi mortali complicazioni, Franzen farà i conti con ciò che lega l'isolamento e il romanzo (il genere che insegna "come stare soli"), la modernità tecnologica con la sua valanga di stimoli superflui e la noia quale passaggio indispensabile per trovare se stessi. Ma farà anche i conti con il lutto, la perdita e la necessità, dolorosa, di parlare con i propri fantasmi. Sia che raccontino di animali in pericolo e della minaccia che l'umanità rappresenta per la loro sopravvivenza, di come cellulari, Internet e social network trasformino i rapporti interpersonali, di amici o di maestri, le ventuno riflessioni che compongono "Più lontano ancora", non importa se in forma di saggio, ricordo autobiografico o reportage, affrontano tutte lo stesso problema di fondo: come rimanere umani.
Leggi di più Leggi di meno

Dettagli

2012
30 ottobre 2012
306 p., Rilegato
9788806213244

Valutazioni e recensioni

3,33/5
Recensioni: 3/5
(3)
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(2)
3
(0)
2
(1)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Cristiana
Recensioni: 4/5

Un libro di uno scrittore "autentico". Si tratta di "pezzi" giornalistici di vario genere, di vario peso, di varia intensità e, probabilmente, di vario valore (la letteratura è il mio piacere e non il mio lavoro). Nell'insieme ne emerge l'autore, con i suoi difetti umani (probabilmente l'invidia..) e le sue qualità (l'onestà intellettuale, la capacità di analisi e senz'altro la magnifica capacità di scrittura). Il saggio finale su Paola Fox è semplicemente una meraviglia. Concludendo un bel libro in cui si può trovare l'inaspettato. Non do il massimo perchè sono cattiva....

Leggi di più Leggi di meno
Andrea
Recensioni: 2/5

Ho molto apprezzato gli ultimi romanzi di Franzen. Molto arguti e scorrevoli. Questa raccolta di saggi è invece inutile e finalizzata a sfruttare la fama sinora raggiunta dall'autore. Qualche spunto interessante quà e là, soprattutto relativamente alla vuotezza dei social network e all'abuso delle apparecchiature tecnologiche, telefoni in primis. Ma tutto sa di operazione furbetta e di uno scrittore autoindulgente cui piace scriversi addosso. Speriamo che il nuovo romanzo torni ai livelli che Franzen aveva meritatamente raggiunto.

Leggi di più Leggi di meno
cristian
Recensioni: 4/5

La critica a questa sfrenata corsa ad un'inutile era tecnologica,il viaggio a Masafuera per ritrovare se stesso con le ceneri dell'amico David Foster Wallace,ritagli di vita privata,una conversazione con New York,tanti consigli e approfondimenti su ottimi libri..e 'tanto altro ancora'.Forse si perde solo un pochino nel capitolo in Cina tra campi da golf e birdwatchers.Un ottimo saggio dove tra l'altro Franzen rivela di aver iniziato a lavorare sul suo prossimo romanzo.Nell'attesa questo e' sicuramente un gustoso intermezzo!

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi

Recensioni

3,33/5
Recensioni: 3/5
Scrivi una recensione Scrivi una recensione
5
(0)
4
(2)
3
(0)
2
(1)
1
(0)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Voce della critica

Nelle interviste apparse sui quotidiani, così come nelle rare comparse televisive, lo scrittore statunitense Jonathan Franzen ha dimostrato di possedere, oltre a uno sguardo lucidamente critico sui fenomeni contemporanei, un carattere molto spigoloso. Per certi versi, questo ha giocato a suo favore. Suo malgrado, Franzen è divenuto un personaggio, l'intellettuale liberal di successo, intransigente e ostinato, in una stagione editoriale dominata, un po' ovunque, dall'egemonia dei personaggi. Allo stesso tempo, la sua presunta antipatia ha finito per offuscare la serietà e il rigore con cui, da sempre, si è accostato alla scrittura. A differenza di tanti personaggi che nell'ultimo decennio hanno invaso le librerie, Franzen ha infatti dato prova di essere non solo schietto, ma anche paziente. Il suo primo romanzo, La ventisettesima città, è uscito nel 1988. Il secondo, Forte movimento, quattro anni dopo. Le correzioni, il suo bestseller planetario, solo nel 2001. Prima di pubblicare il suo quarto romanzo, Libertà, Franzen ha aspettato altri nove anni, infischiandosene dei ritmi sempre più rapidi con cui nuovi nomi emergevano e ricadevano nell'oblio. (Nello stesso periodo, e cioè due lustri, Fabio Volo ha sfornato sei titoli. Luciana Littizzetto sette). Lo stesso rigore che Franzen applica alla narrativa (i suoi romanzi superano tutti le cinquecento pagine, e hanno l'ambizione di raccontare il presente attraverso una rete di personaggi tra loro legati, un'impostazione che richiama tanto DeLillo quanto Dickens) si ritrova nei suoi saggi. Fin dai primi anni novanta, Franzen ha scritto per "The New Yorker" e "Harper's" recensioni di libri, reportage dall'estero, inchieste sui temi più disparati – dal collasso del sistema postale di Chicago allo sterminio degli uccelli canori nel Mediterraneo – nonché brevi pezzi di costume, tutti accomunati dall'estrema precisione della sua scrittura e del suo ragionare. Non c'è dunque da stupirsi se i suoi editori gli hanno chiesto, tra un romanzo e l'altro, di raccogliere questi interventi in volume. Il filo conduttore di Come stare soli, proposto in Italia nel 2003, era il ruolo della narrativa "seria" nell'odierno dilagare di immagini televisive e digitali. Zona disagio, uscito tre anni più tardi, era invece il racconto personale, a tratti spietatamente ironico, a tratti commovente, del difficile rapporto con la propria famiglia, e in particolare con la madre. I brani che compongono Più lontano ancora (tradotti, con la solita maestria, da Silvia Pareschi) sono più eterogenei, per lunghezza e contenuto. Accanto a spassosi sketch autobiografici troviamo, per esempio, un discorso d'occasione tenuto a una cerimonia di consegna delle lauree; accanto a un appassionato saggio su Frank Wedekind, un'intervista impossibile allo Stato di New York; accanto all'orazione funebre per Foster Wallace, un lungo reportage sull'inquinamento in Cina, e così via. Ciononostante, anche in questa raccolta è possibile scorgere un'immagine complessa, e tutto sommato coerente, del presente. In trasparenza si intravede all'opera un'intelligenza raffinata, sempre attenta a registrare le minime oscillazioni di senso nel panorama del quotidiano. Perché gli americani urlano I love you! al telefono, anche quando sono circondati da altre persone? Perché noi tutti passiamo intere giornate a leggere i feed dei social network senza che nulla ci resti impresso nella memoria? Perché David Foster Wallace è stato trasformato, dopo la morte, in una sorta di Kurt Cobain con l'aureola? Di volta in volta, Franzen trova risposte che sono convincenti anche se controintuitive, brillanti anche se articolate: risposte che lasciano poco spazio all'indulgenza verso se stessi. La sua ricerca non si esaurisce nella descrizione puntigliosa di un evento, ma si accanisce su di esso fino a scomporlo in una sequenza di gesti comprensibili, e riconducibili, in ultima analisi, alle fondamenta stesse della vita sociale. È esemplare, in questo senso, il saggio che dà il titolo alla raccolta. Masafuera, ovvero "più lontana", è il nome dell'isola che aveva ospitato, per quattro anni, il naufrago Alexander Selkirk, il marinaio scozzese che fornì a Daniel Defoe lo spunto per il suo Robinson Crusoe. Franzen racconta di essere arrivato sull'isola, munito soltanto di Gps e del primo romanzo inglese moderno, per spargere le ceneri dell'amico David nell'Oceano Pacifico. Ma l'improvvisa solitudine e la morte recente del collega lo portano a riflettere sul potere della noia, sul suo legame a doppio taglio con le dipendenze, e sul carattere insulare delle nostre frenetiche esistenze. "Possiamo difendere il nostro io finché vogliamo – scrive, – ma basta una sola impronta di un'altra persona in carne e ossa per ricordarci i rischi eternamente interessanti delle relazioni autentiche". Martino Gozzi

Leggi di più Leggi di meno

Conosci l'autore

Jonathan Franzen

1959, Western Spring

Jonathan Franzen è uno scrittore statunitense. Pubblica regolarmente racconti e saggi su «The New Yorker» e su «Harper's». È autore di numerosi libri, tutti pubblicati in Italia da Einaudi. Tra questi ricordiamo: i romanzi Le correzioni (2002), La ventisettesima città (2008), Forte movimento (2004), Libertà (2011), Purity (2016), Crossroads (2021); le raccolte di saggi Come stare soli. Lo scrittore, il lettore e la cultura di massa (2003), Più lontano ancora (2012) e Il progetto Kraus (2014); l'autobiografia Zona disagio (2016) e La fine della fine della terra (2019).Fonte fotografia: editore Einaudi, credit Shelby Graham

Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi