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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2014
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Altra perla dei Wu Ming che ci portano stavolta tramite i tre personaggi principali, la spia veneziana traditrice e tradita Manuel Cardoso,Ismail (il reduce di Munster) e soprattutto Yossef Nasi personaggio veramente esistito e molto influente nella Costantinopoli della seconda metà 500, nella direttrice di quattro tra le principali città protagoniste del xvi secolo padrone del mediterraneo e dei destini degli uomini: Venezia, Dubrovnik, Salonicco e Costantinopoli; mirabile la descrizione di tali città come le guerre di Famogosta e Lepanto; ancora una volta Wu Ming ci fa amare i perdenti per una causa della storia di qualunque secolo
Non è vero che Q è un'altra cosa rispetto ad Altai. Sono romanzi diversi:Q ha una più forte connotazione storica, con descrizione ripetuta di eventi e con il richiamo di numerosi personaggi storici. Altai è più lirico, commovente, introspettivo, con espressione profonda di sentimenti e di domande sull'esistenza, sul tradimento politico e religioso.Certo, anche qui compaiono personaggi storici, ma i due protagonisti rimarranno per sempre nella mente del lettore. Se Q è e rimane meraviglioso, la prosa di Altai, falco cacciatore, è inimitabile e densa ed induce alla riflessione sui temi fondanti della vita.
Bel romanzone storico,genere che io prediligo,ottimamente documentato e scritto in maniera chiara e piacevole,anche se non perfetto come ere stato "Q". Ha per me il pregio di essere ambientato in un contesto storico che mi ha sempre interessato e che conosco abbastanza bene. Il ripescaggio del protagonista di "Q" sa un po' di operazione pubblicitaria,però perdonabile ,visto il buon risultato. Ho l'impressione che potrebbe esserci qualche altro seguito in programma ( il manoscritto di Ismail o le vicende successive dello stesso e del suo seguito per esempio ). Forse era più da tre stelle ma gliene do quattro di stima .
Recensioni
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Quando, nel 1998, il collettivo di scrittori che si firmava con lo pseudonimo di Luther Blisset pubblicò il romanzo Q, una piccola scossa percorse l'ambiente letterario italiano. Intanto si trattava di un'opera collettiva, scritta a quattro mani da un gruppo di "destabilizzatori del senso comune" uniti sotto il motto di Omnia sunt communia; poi, sul frontespizio, appariva un'autorizzazione esplicita a riprodurre liberamente l'opera, una sorta di anti-copyright mai visto nel panorama editoriale; infine, il collettivo si presentava al pubblico dei lettori con l'obiettivo precipuo di rifondare il romanzo epico italiano.
A distanza di dieci anni, con una formazione e un nome diverso (Wu Ming ha recentemente perso uno dei componenti originari e ne ha acquisito un altro), dopo aver pubblicato altri sette romanzi, ispirato gli scontri di piazza al G8 di Genova e marciato insieme al subcomandante Marcos nel Chiapas, i Wu Ming tornano al romanzo storico di ispirazione epico-religiosa. A metà strada tra Q e Manituana, Altai è ambientato tra Venezia e Costantinopoli alla fine del Cinquecento, quando sulle sponde del Mediterraneo si snodano gli eventi cruciali che porteranno al grande scontro di civiltà che fu la battaglia di Lepanto.
Dall'esplosione dell'Arsenale di Venezia del 1569 (un evento dalla carica dirompente simile al nostro 11 Settembre) fino all'invasione di Famagosta da parte dell'impero ottomano che causò la rappresaglia cristiana di Lepanto, questo è un romanzo storico nel senso tradizionale del termine, ma sempre carico di rimandi e significati attualissimi. Come una lamina sottile tra due fatti di cronaca, la finzione si inserisce all'interno del racconto, regalandoci uno dei protagonisti più interessanti del genere.
Manuel Cardoso, giovane ebreo nato da madre spagnola e padre veneziano, all'età di dodici anni fugge dal ghetto di Ragusa (in croato Dubrovnik), dove frequenta gli ambienti del porto, per seguire le orme di colui che aveva sedotto e abbandonato la sua giovane madre. Giunto a Venezia, Manuel cambia nome e identità, celando le sue origini ebraiche e divenendo anzi, al soldo del Consigliere della Repubblica di San Marco, un agente del servizio segreto e nemico giurato dell'Impero ottomano. Giustiziere di spie e cospiratori, Manuel si troverà presto a dover fare i conti con il suo segreto e le sue origini. All'indomani dell'attentato dell'Arsenale, proprio lui, l'uomo più fidato, verrà accusato di agire per conto del giudeo ottomano Giuseppe Nasi. Con una condanna a morte che incombe sulla sua testa, Manuel fugge verso oriente a cercare rifugio presso coloro che ha rinnegato per tutta la vita e proprio al cospetto del peggiore nemico della Serenissima. Scoprirà in questo modo il progetto visionario di Giuseppe Nasi, noto in Europa anche come Juan Micas o Joao Miquez: una missione in grado di cambiare le sorti dell'umanità. Lasciata alla spalle la sua vecchia esistenza e il suo grande amore, Manuel raccoglierà la sfida del Nasi, affiancato da un suo vecchio compagno di battaglie conosciuto durante la rivoluzione anabattista di Munster (e qui la trama si ricollega a quella di Q).
Ancora una volta i Wu Ming raccontano la parabola di un'utopia sconfitta. Dopo la rivolta contadina di Q e il sogno di una federazione irochese di Manituana, ancora una volta la dimensione mistica della fine della diaspora ebrea viene battuta dalla violenza e dal potere. Il sogno di Manuel Cardoso dovrà fare i conti con la brutalità dello scontro tra civiltà, culminato con la battaglia di Lepanto, ma la sua eredità spirituale verrà comunque raccolta da un nuovo erede. Un'epopea che trascende la dimensione storica per farsi allegoria dei nostri tempi.
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