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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2008
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Il libro "vorrebbe" dimostrare quello che Camerini dice, ma non ci riesce. Tutto qui.
Il libro è chiaro nell'analizzare ed esporre le tesi pro- e antiabortiste, senza mai usare toni da propaganda spicciola. Particolarmente di riguardo la bibliografia, l'analisi dell'evoluzione delle posizioni della Chiesa Cattolica, il confronto delle profonde differenze tra quella attualmente espressa nel Catechismo e quella del Movimento per la Vita. Buona la descrizione dei mutamenti dei concetti (e del loro "peso sociale") di sacralità della vita (e con esso delle tradizionali concezioni della maternità e della procreazione, del matrimonio e del ruolo della donna), del finalismo naturalistico, del ruolo di donna "prima di tutto "madre" (non importa con che volontà)" e solo poi "donna" in senso sociale. Nota: La precedente recensione, a firma Luigi Murtas, è evidentemente un banale commento sulla descrizione del libro pubblicata qui nel sito: a ltrimenti non si capisce come possa far riferimento a una "tradizione plurimillenaria", che proprio il libro dimostra non aver mai avuto come riferimento il "principio dell'inviolabilità della vita umana innocente", quanto semmai quello del "peccato contro la purezza del matrimonio".
Sembrerebbe di capire che chi ritiene moralmente illecito l'aborto "urli", mentre chi ne sostiene la piena ammissibilità "ragioni filosoficamente". Evidentemente non è così: a vantaggio del principio dell'inviolabilità della vita umana innocente milita una tradizione plurimillenaria di pensiero e di osservazione del reale che solo di recente si tenta di scalfire dalle cattedre universitarie. Ma il pensiero "forte" (contrariamente alle apparenze) tutela proprio i più deboli e per questo merita condivisione.
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