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Il miglior libro che abbia letto di Primo Levi. Logico, asciutto e contemporaneamente tragicamente avvincente: pone le domande importanti della vita, tentando di dare risposte immanenti, e per quel che mi riguarda, condivisibili. Azzardo anche che spieghi certe ragioni relative alla sua ultima scelta personale: la vergogna di ciò che é accaduto nei lager nazisti, a cui é dedicato un intero capitolo, rimane per sempre e può portare all'autodistruzione. E' naturale che ciò non avvenga nell'universo del campo di sterminio, dove non si aveva tempo di pensare se non alla sopravvivenza spicciola, e non durante il mestiere di vivere per guadagnarsi il sufficiente nel mondo industriale degli anni 50 e 60, ma alla fine quando ci si ferma e riaffiorano con più frequenza quei mesi terribili, che cosa rimane se non il suicidio ? La prosa é magnifica, espressa con un linguaggio dalla piena comprensibilità. Le "assonanze" che vengono introdotte dall'editore a fine testo, con i commenti di giornalisti e psicologi non sembrano in sintonia con il libro: troppo sfoggio di elegante bel scrivere, che contrasta con la nuda consequenzialità dell' autore e con le immagini da lui evocate così vivide e così dirette. Forse sarebbe stato meglio scegliere l'assenza di commenti. Il libro mi ha toccato nel profondo e ne ho completato la lettura con la consapevolezza che per un certo tempo non mi capiterà di leggere un libro altrettanto onesto e illuminante.
La mitica Lilliana Lorettu, presidente della Societa' Italiana di Psichiatria Forense e mia Prof. alla Liuc di Castellanza, al Macrif III, in una sua celebre lezione sulla Depressione sostenne, con dati inconfutabili dettati dalla sua attivita' clinica, che il suicidio non e' mai messo in atto durante la fase piu' bassa della curva sintomatologica della malattia quanto piuttosto nella prima fase ascendente di detta curva. In altri termini proprio quando il paziente comincia a stare meglio e questo proprio perche' nel primo caso non avrebbe avuto la giusta determinazione di coscienza e men che meno la forza per metterlo in atto. Ecco perche' ad Auschwitz i suicidi furono davvero pochissimi in rapporto alla devastante sofferenza del luogo. Cosa che Levi illustra perfettamente in piu' parti della sua Opera, nella quale la citazione della morte del padre di Svevo ne " La coscienza di ZEno" e' solo il piu' chiaro e brillante dei raccordi narrativi ed esplicativi. Quindi, in altri contesti riflessivi ed in relazione a quanto detto si puo' affermare che questo libro rappresenta a mio avviso proprio la suddetta fase ascendente del Levi uomo. La fase della riflessione e della messa in atto del suo gesto. La fase del successo editoriale dei suoi libri, degli incontri con gli studenti, delle lettere dei tedeschi, della sua disposizione al racconto, del suo ritorno al Auschwitz persino, della sua intervista con Philip Roth e non conta la durata temporale del frammento di curva quanto conta, viceversa, la consapevolezza del se' e del suo ruolo di testimone, finalmente mondato del dubbio di essere creduto nella totalita' del suo pensiero, dell' esistenza dell' inferno con tutti i suoi demoni ordinari. Ecco l' importanza di questo testo. Il libro della resa dei conti e dell' assenza di sconti da non potersi concedere a nessuno, neppure a Dio.
è un saggio che arriva dritto alla coscienza del lettore;leggendolo mi sono posta alcune domande : rispondiamo in modo onesto (o almeno ci proviamo?) alla nostra coscienza quando assistiamo a gesti anche piccoli di violenza gratuita nei confronti dei nostri simili?Siamo capaci di essere lungimiranti su quello che sarà il nostro futuro considerato il delicato momento storico-sociale che stiamo vivendo?...gli ebrei non furono capaci di prevedere ciò che sarebbe successo! e noi? nel 2013 con tutti i campanelli d'allarme che sentiamo, con storie di "malessere sociale" raccontate quotidianamente, siamo capaci di prevedere dove andremo a finire?? siamo capaci di anticipare ed evitare uno sfacelo sociale (con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione!)...in un contesto storico diverso anche noi abbiamo il nostro capitolo "la zona grigia"! Inutile dire che lo straconsiglio! :)
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