L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libri intramontabili! Li lessi alle medie e ancor oggi sono attuali e istruttivi! Bellissimi e pieni di buoni insegnamenti. Per tutte le ragazze che stanno crescendo.
Bellissimi tutti e quattro i libri. Consiglio a tutti di leggerli e rileggerli. Vi rimarranno nel cuore!
Ho notato subito la differenza di scrittura tra i libri come questo e i libri per ragazzi. La Alcott ha creato dei bellissimi personaggi e gli ha fatto vivere appassionanti avventure, ma le cose che ho apprezzato di più sono il fatto che una normale gita al lago possa diventare qualcosa di magico e che ha scritto perettamente le cose che succedono quando si vuole fare di testa propria, o le piccole fantasie delle ragazze. L ho apprezzato molto e l ho divorato in tre giorni. Considero Piccole Donne e Piccole Donne Crescono migliori di Piccoli Uomini e i Ragazzi Di Jo.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ecco radunata tutta insieme la fortunatissima serie delle vicende di Jo March, l'eroina che Louise May Alcott costruì nel 1868 attingendo, per buona parte, a materiale autobiografico corretto con una buona dose di autoironia. Little Women, è noto, ottenne un successo immediato talmente imprevisto e capillare, da costringere Alcott, sempre alla ricerca di denaro, a scriverne l'anno successivo, il 1869, il seguito. Caso editoriale e umano tra i più studiati, in anni recenti, in particolare, dal nutrito gruppo della critica femminista, Louisa May Alcott si presta a letture ambigue, consentendo certi carotaggicritici e psicoanalitici che la ammantano di mistero e ne fanno il centro di proiezioni a tratti francamente imbarazzanti. In ogni caso è vero che la sua formazione fu condotta all'insegna dell'eccezionalità: vicina per via del padre Amos Bronson Alcott, pedagogo e scrittore, alla filosofia trascendentalista di Emerson e pervasa dal naturalismo di Thoreau, Louisa May Alcott crebbe in un ambiente a suo modo rivoluzionario. Ancora legata per gusto e maniere al costume vittoriano, la famiglia Alcott fu però attraversata da difficoltà materiali e spirituali. L'estrema povertà, le fughe del padre, il rapporto ambiguo con la madre concorsero a costruire una personalità assai mista. Tra convenzionalità e afflato libertario, tra desiderio d'amore e pulsione solitaria, tra spontaneismo e costrizione, la vocazione più forte fu quella per la letteratura.
Nella lavorata introduzione alla nuova raccolta einaudiana (la prima dopo tante edizioni che raccolga in un solo volume i quattro libri integrali: Piccole donne, Piccole donne crescono, Piccoli uomini, I ragazzi di Jo) Daniela Daniele ripercorre le tappe della gestazione di Little women ponendo l'accento soprattutto sugli aspetti di genere e postulando la tesi della doppiaAlcott, ovvero della scrittrice dalla doppia anima, l'anima nera che emergerebbe dai romanzi gotici dati alle stampe sotto pseudonimo i cui titoli, ancor oggi nonostante l'acribia delle biografe, rimarrebbero sconosciuti. Se da un lato Daniele fa notare, sulla scorta delle analisi della critica americana Jane Tompkins (autrice fra l'altro di un recente saggio dedicato ad Alcott intitolato, non a caso, Behind a mask), che in età vittoriana "una nozione meno egocentrica di autorialità (
) non pareva richiedere un profilo stilisticamente coerente come la modernità ci ha abituati a richiedere", dall'altro però non esita ad adottare le forme del transgender quando dichiara "varrebbe la pena di interrogarsi in chiave dichiaratamente queer sul valore simbolico della figura del tomboy alcottiano per comprendere il significato profondamente anticonformista della 'piccola donna' che voleva essere un ragazzo", arrivando a definire Jo "un butch dal fascino ermafrodito". Insomma, forse sarebbe opportuna una griglia interpretativa meno indirizzata, ma resta, più che mai godibile, la scrittura di Louisa May Alcott che ha saputo, con un formidabile spirito pratico, raccontare i principali passaggi della vita, donna o uomo che volesse essere. Usando tutti i possibili registri del sentimento, fossero pure le lacrime. Manca a quest'edizione una cronologia delle opere e si avverte una certa assenza di attenzione filologica. Infine, sarebbe stato divertente raccontare la storia delle edizioni di Piccole donne che in Italia hanno circolato negli anni in forme mutilate e semplificate presso editori di matrice cattolica, come poteva essere emblematico ripercorrere il rapporto tra Alcott e il cinema, che ne ha tratto capolavori e vere porcherie.
Camilla Valletti
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore