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Anno edizione: 2015
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Un romanzo poetico o una poesia romanzata? C’è poesia non solo nello stile di scrittura ma anche nell’anima del racconto. E’ il silenzio uno dei protagonisti di questo romanzo breve. Un silenzio eloquente. Inizialmente di resistenza alla violenza della storia: siamo nel 1942, in Francia sotto l’occupazione tedesca. In seguito un silenzio di intesa in nome di un’umanità che accomuna gli esseri che sono o aspirano ad essere chiamati uomini. Una breve ma intensa lettura che va oltre le parole usate dall’autore. Un libro da consigliare anche come narrativa scolastica. Una bella lezione di umanità, di dignità, di sano orgoglio sempre valida per tutte le età e in tutti i tempi.
In quest'opera il protagonista per eccellenza può essere considerato il silenzio,motore della breve storia di Vercors.L'idea geniale dell'autore( analoga a quella di moltissimi altri autori francesi all'inizio degli anni quaranta) è quella di raccontare la storia di una parola rifiutata, parlare attraverso il silenzio. Zio e nipote non rivolgono la parola all'ospite che quasi ogni sera si lascia andare a una sorta di monologo dando voce alle sue emozioni ed esprimedo in modo concitato la sua passione per la Francia, la letteratura e la musica. Il riferimento al mare indica invece il tumulto interiore dei tre protagonisti, che non troverà mai espressione ( in minima parte nel vecchio quando comprende che non vi sarà alcuna resistenza da parte dell'ufficiale "Dunque si sottomette. Ecco tutto ciò che sanno fare"). Nonostante ciò il silenzio del vecchio e della nipote assume le vesti di un'arma più forte di qualsiasi grido di protesta.
Durante l'occupazione nazista della Francia zio e nipote sono costretti ad ospitare nella loro casa un ufficiale delle SS.Questi,colto e gentile si rivolge a loro sempre in maniera rispettosa ma loro decidono di non rispondere mai al suo saluto attuando cosi una forma di protesta e resistenza silenziosa che durerà fino alla ritirata dei tedeschi.Il racconto di Vercors fu preso come esempio di resistenza silenziosa e non violenta e come supremazia della civiltà sulla barbarie.
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